Sindrome da fallimento chirurgico spinale: uno studio belga

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Annualmente, in Europa, circa 500.000 pazienti si sottopongono a intervento chirurgico alla colonna vertebrale per eliminare le cause del dolore che li affligge. Generalmente gli interventi vanno bene, ma in una discreta percentuale di soggetti si sviluppa la Sindrome da fallimento chirurgico spinale (FBSS): in Italia si parla di un valore compreso tra il 10% e il 40%. I soggetti più colpiti hanno mediamente 50-54 anni e soffrono di un dolore che può diventare cronico e che spesso non è più connesso con un danno fisico, ma semmai con una modificazione plastica e stabile dei circuiti neuronali centrali che facilita la percezione del dolore.

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Uno studio belga ha indagato la relazione tra la Spinal Cord Stimulation (SCS), pratica utilizzata per trattare questi pazienti, e uno strumento di valutazione del dolore sperimentale che valuta la funzionalità della via sensoriale nocicettiva inibitoria, il Conditioned Pain Modulation (CPM). Lo studio, dal titolo “Association Between Spinal Cord Stimulation and Top-Down Nociceptive Inhibition in People With Failed Back Surgery Syndrome: A Cohort Study”, è di tipo prospettico ed è stato condotto su 17 pazienti con FBSS per i quali c’era una prescrizione di SCS.

Il metodo CPM è stato valutato a livello di entrambi i nervi surali prima e dopo essere stati sottoposti a SCS. Prima del trattamento meno del 30% dei partecipanti aveva un effetto CPM. Dopo il trattamento non ci sono stati cambiamenti sul lato sintomatico dei nervi, mentre sul lato asintomatico il numero di pazienti rispondenti a CPM è aumentato. I ricercatori hanno quindi individuato una relazione tra il trattamento e lo strumento valutativo, anche se il numero di pazienti coinvolti è davvero troppo basso per tratte conclusioni certe.
In ogni caso, lo studio suggerisce che nella FBSS siano coinvolte una serie di strutture nervose, come indicato dagli studi su animale.

Stefania Somaré