Uno studio (Federica Petraglia, Luca Scarcella, Giuseppe Pedrazzi, Luigi Brancato, Robert Puers, Cosimo Costantino. Inertial sensors versus standard systems in gait analysis: a systematic review and meta-analysis. European Journal of Physical and Rehabilitation Medicine) al quale ha partecipato anche l’Università di Parma ha voluto valutare il ruolo dei sensori inerziali nella pratica clinica e riabilitativa.
Per farlo, è stata allestita una review sistematica del materiale già presente in letteratura sull’utilizzo di sensori inerziali della gait analysis sia su pazienti in salute sia su casi patologici, in ogni caso su soggetti adulti.
I ricercatori hanno cercato sia di individuare l’efficacia dei sensori sia di dare delle indicazioni di indirizzo ai professionisti sanitari. Gli articoli sono stati cercati su PubMed, Web of Science e Scopus. Il periodo di riferimento scelto è 1° gennaio 2005 – 31 dicembre 2017.
Sono stati cercati articoli riferiti tanto a sensori indossabili che a quelli inerziali e si è fatto un confronto tra i risultati della gait analysis assistita e quelli della gait analysis tradizionale.
Ovviamente si sono cercati articoli uniformi sotto alcuni punti di vista, come il tipo di analisi condotta, i tipi di sensori e così via. Su 888 articoli iniziali solo 16 sono stati selezionati e 7 usati per la meta analisi.
I risultati di questa review indicano che per alcuni parametri c’è concordanza tra i risultati di una gait analysis tradizionale e con sensori. Questi strumenti possono quindi essere un valido aiuto per catturare informazioni cinetiche anche al di fuori di un laboratorio, in condizioni di vita reali. Se usati in un setting clinico, questi sensori offrono anche una buona affidabilità.
Secondo gli autori, comunque, solo l’esperienza del riabilitatore e dello specialista può dare indicazioni su come usare questi strumenti nella pratica clinica.
Stefania Somaré