Scoliosi nell’adulto, come comportarsi? I consigli di ISICO

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È difficile definire l’incidenza dei casi di scoliosi nell’adulto. La stessa letteratura riporta valori estremamente variabili, che vanno dal 2,5% della popolazione adulta al 65%, a seconda della gravità e dell’età media considerata.
Bisogna poi considerare i tipi di scoliosi che si possono trovare, ben spiegati dalla dott.ssa Monia Lusini, ortopedico di Isico: «la scoliosi dell’adulto va distinta tra la scoliosi scoperta durante l’adolescenza, al di là del fatto che sia stata o meno trattata), e la scoliosi scoperta in età già adulta, ossia sopra i 18 anni e la cosiddetta scoliosi de novo. Quest’ultima è tipica della terza età e si associa a una sintomatologia clinica spesso rilevante», non per gravità dell’angolo di Cobb, che raramente supera i 30°, ma perché impattano sull’autonomia del paziente.

Una revisione condotta in Australia ha calcolato una prevalenza della scoliosi de novo del 13% nei soggetti under 60, per raggiungere anche il 68% andando avanti con l’età. Come detto, è una patologia che interessa soprattutto l’anziano. Come per la scoliosi idiopatica adolescenziale, anche per la scoliosi de novo si ha una prevalenza femminile maggiore di quella maschile.

La domanda è, quindi, come trattare un adulto che scopre di avere scoliosi? Recenti evidenze sottolineano che la curva della colonna può peggiorare anche a sviluppo osseo completato: ciò significa che questi pazienti non possono essere lasciati a sé.

Certo, la progressione è più lenta che nel soggetto giovane, in media di 0,5-1° l’anno, ma nel tempo può portare all’incurvamento di lato o in avanti tipico degli anziani. Da tenere in considerazione è anche l’angolo di Cobb di partenza: se è superiore ai 30° è opportuno seguire il soggetto con follow up regolari, ogni 1-5 anni a seconda del caso. Qualora si verificasse un peggioramento, è il caso di avviare un programma fisioterapico ad hoc.

Alessandra Negrini

Ne parla lessandra Negrini, fisioterapista di ISICO: «può essere utile impostare un piano di esercizi specifici nelle mani di personale assolutamente esperto e preparato, per mantenere stabile la situazione» ed evitare di incorrere nei «i problemi collegati alla scoliosi, che sono il rischio di mal di schiena, l’impatto estetico, la deformità progressiva, i problemi viscerali a carico degli organi interni».

Questi ultimi arrivano, però, solo con curve superiori ai 70° o insorte durante l’infanzia.

Essenziale è, per tutti questi pazienti, impostare un programma di attività fisica atta a rinforzare la muscolatura della colonna, che può contenere con la sua resistenza la progressione della deformazione ossea.
In ISICO viene utilizzato il programma SEAS, un vero e proprio approccio scientifico all’esercizio fisico mirato al problema scoliosi. Un programma che ha già dimostrato la sua efficacia nell’adulto in uno studio del 2008, a firma di Stefano Negrini, direttore scientifico dell’Istituto.

Qualora vi sia, poi, sensazione di cedimento, meglio utilizzare un corsetto di supporto: in ISICO viene scelto lo Spinecor, un corsetto elastico da indossare qualche ora al giorno che non serve per migliorare la curva della colonna, ma aiuta il soggetto a sentirsi sostenuto, appunto. Il messaggio è, quindi, di non sottovalutare mai una scoliosi nell’adulto, ma di seguirla con costanza e determinazione. Aiutando anche il soggetto a capire l’importanza del proprio impegno.

(Lo studio: McAviney, J., Roberts, C., Sullivan, B. et al. The prevalence of adult de novo scoliosis: A systematic review and meta-analysis. Eur Spine J 29, 2960-2969 (2020) https://doi.org/10.1007/s00586-020-06453-0)

Stefania Somaré