Nel mondo, circa il 4% della popolazione presenta scoliosi idiopatica. Più team di ricerca sono impegnati nell’individuare i fattori che possono determinare questa forma di scoliosi.
Negli ultimi anni sono state documentate caratteristiche comuni a molti dei pazienti con questa patologia degenerativa, ovvero alterazioni della percezione visuo-spaziale e dell’orientamento spaziale del corpo e deficit d’integrazione sensoriale.
C’è da chiedersi se questo sia un indizio. Per capirlo, un team italiano ha condotto una revisione sistematica della letteratura, pubblicando i propri risultati su Plos One.
Caratteristiche degli studi inclusi
La scoliosi ha raccolto, nei decenni, molto interesse da parte della comunità scientifica e lo dimostra il fatto che questa revisione può contare su un alto numero di studi come base d’analisi, ovvero 61, per un totale di 1693 pazienti, quasi tutte femmine.
Il 60,7% degli studi inclusi fa valutazioni sull’equilibrio statico dei pazienti e il restante 42,6% sui pattern di passo e movimento. Nella maggioranza dei casi, inoltre, è presente un gruppo di controllo.
Alcuni, infine, prendono anche in considerazione gli effetti di trattamenti specifici sulla progressione della curva, come uso del corsetto, esercizio terapeutico, uso di plantari personalizzati e uso di biofeedback da elettromiografia di superficie.
Instabilità statica e alterazioni propriocettive
Uno degli aspetti riportati da più studi è la presenza di alterazioni nell’equilibrio statico dei soggetti che sono affetti da scoliosi idiopatica: un’instabilità sulla quale sembrano avere un ruolo importante alterazioni propriocettive e difetti del controllo posturale, entrambi aspetti che sembrano più presente nei soggetti scoliotici rispetto alla controparte sana.
Interessante osservare che questi risultati sono ottenuti con diversi strumenti di valutazione, come EMG, EEG e MRI: tutti evidenziano processi di informazione sensoriale alterati.
La revisione mette inoltre in evidenza la capacità delle innovative tecniche di indagine di individuare la presenza di alterazioni neurofisiologiche nei pazienti con scoliosi.
Il corsetto funziona, almeno per l’equilibrio statico
Un altro merito di questa revisione è di fornire osservazioni quantitative riferite all’efficacie di alcuni dei metodi terapeutici utilizzati. Per esempio, di vede come il corsetto riesca a migliorare l’equilibrio statico dei pazienti; per quanto riguarda il movimento, ci sono invece esiti contrastanti.
Altra suggestione interessante: sembra che l’uso del biofeedback da elettromiografia non dia esiti effettivi sull’attività muscolare e, quindi, sulla postura.
Inoltre, gli autori osservano che gli studi che valutano l’approccio fisioterapico alla patologia e l’autocorrezione posturale richiedono maggior attenzione, perché al momento sono spesso di qualità discutibile. Il team di lavoro afferisce all’Università di Padova e al suo ospedale associato.
Studio: Paramento M., Passarotto E., Maccarone M.C., Agostini M., Contessa P., Rubega M., Formaggio E., Masiero S. Neurophysiological, balance and motion evidence in adolescent idiopathic scoliosis: A systematic review. PLoS One. 2024 May 22;19(5):e0303086. doi: 10.1371/journal.pone.0303086. PMID: 38776317; PMCID: PMC11111046