La letteratura evidenzia la presenza, tra le conseguenze della ricostruzione del legamento crociato, di un’alterazione delle unità motorie con particolare riferimento al quadricipite, che verrebbe attivato di meno, diventando atrofico e perdendo forza. Queste alterazioni sarebbero ancora presenti a 12 mesi dall’intervento.

Un team statunitense afferente alla Mayo Clinic di Rochester ha condotto uno studio per verificare la portata di questa modificazione del tessuto muscolare mettendo a confronto 30 pazienti sottoposti a ricostruzione del legamento crociato anteriore e 25 soggetti con legamento sano (McPherson AL, Bates NA, Haider CR, Nagai T, Hewett TE, Schilaty ND. Thigh musculature stiffness during active muscle contraction after anterior cruciate ligament injury. BMC Musculoskelet Disord. 2020;21(1):320. Published 2020 May 21. doi:10.1186/s12891-020-03342-x).

I 30 pazienti sono entrati nello studio prima dell’intervento, in media 55 giorni dopo l’avvenuta lesione, oppure a 6 mesi dallo stesso.
Tutti i soggetti sono stati testati a intervalli di 6 mesi circa.
Tra i pazienti sottoposti a ricostruzione il 76% aveva autograft osso-rotula-tendine, il 21% autograft semitendineo e solo il 3% allograft.

Per ridurre il potenziale pregiudizio dei ricercatori, tutti i test di forza sono stati condotti sulla gamba non dominante dei soggetti sani, ovvero quella usata per calciare, e sulla gamba operata dei soggetti con lesione.
Tutti i partecipanti hanno effettuato tre tipologie di movimento mentre i ricercatori misuravano forza muscolare e attività elettrica con una elettromiografia.

Tutti i movimenti sono stati effettuati su una “sedia” HumacNORM che dà anche la possibilità di fissare il soggetto allo schienale per minimizzare i movimenti del tronco.
I soggetti hanno dovuto effettuare un’estensione isometrica del ginocchio (partendo da 80° di estensione), una flessione isometrica del ginocchio (partendo da 30° di flessione), e un test di forza.

I risultati hanno evidenziato una riduzione dell’attività del quadricipite nei pazienti operati rispetto ai partecipanti di controllo, anche a 12 mesi dall’intervento; allo stesso tempo si è evidenziata una maggiore attivazione dei muscoli posteriori della gamba nei pazienti con crociato ricostruito rispetto agli altri.

Per concludere, lo studio ha evidenziato la presenza di alterazioni delle Unità Motorie che faticano a rientrare anche con la riabilitazione.
Simile la situazione per la rigidità muscolare.
Secondo gli autori, sono necessari ulteriori studi per valutare come modificare la riabilitazione per correggere le alterazioni avvenute nelle Unità Motorie, così da ridare al quadricipite e agli altri muscoli della gamba un equilibrio.

Stefania Somaré