Riabilitazione robotica e strategie motorie

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La riabilitazione robotica è riconosciuta come strumento per facilitare il recupero della mobilità delle braccia in pazienti che hanno subito un ictus, meno studiato è invece il suo effetto sull’elaborazione di strategie motorie.

Un team di ricerca italiano dell’Irccs Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano ha voluto indagare proprio questo aspetto con uno studio al quale ha collaborato anche l’Ospedale Irccs San Camillo di Venezia (Carpinella, I., Lencioni, T., Bowman, T. et al. Effects of robot therapy on upper body kinematics and arm function in persons post stroke: a pilot randomized controlled trial. J. NeuroEngineering Rehabil 17, 10, 2020).

Sono stati coinvolti 40 soggetti, tutti in fase subacuta o cronica e sottoposti ad analisi cinematica strumentale.

Due i gruppi di studio, creati in modo casuale: uno ha partecipato alla riabilitazione robotica, mentre il secondo (gruppo di controllo) è stato seguito da un fisioterapista per la riabilitazione delle braccia.

Tutti i partecipanti sono stati valutati prima e dopo il percorso riabilitativo con una serie di scale cliniche e con un’analisi cinematica strumentale delle braccia e del tronco effettuata in ambiente virtuale: il compito richiesto era sollevare un oggetto fino a una mensola.

I risultati hanno mostrato che la riabilitazione robotica è efficiente allo stesso modo di quella tradizionale nel superare le limitazioni funzionali del braccio, ma è migliore nel sostenere la creazione di strategie di movimento a livello del cervello: i partecipanti del gruppo sottoposto a riabilitazione robotica hanno infatti visto migliorare la propria coordinazione spalla/gomito, l’estensione del gomito e il movimento del tronco, rispetto alla riabilitazione tradizionale.

Quasi nulle, invece, le differenze nelle scale cliniche adottate: unica eccezione è stata la Modified Ashworth Scale, che è risultata diminuire nei pazienti seguiti con il robot riabilitativo.
Un’altra importante indicazione data da questo studio è che la riabilitazione robotica sembra ottenere i migliori risultati in pazienti cronici, piuttosto che in fase subacuta.

Stefania Somaré