Riabilitazione robot-assistita nella paralisi cerebrale infantile

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(foto archivio)

Sempre più diffusa, la riabilitazione robot-assistita promette miglioramenti in molte malattie motorie e neuromotorie. Questa revisione ne valuta l’impatto su pazienti con paralisi cerebrale infantile (PCI).

Negli ultimi anni si è spesso parlato dell’opportunità di trattare i bambini con paralisi cerebrale infantile con la riabilitazione robot-assistita per ottenere esiti migliori.
Una revisione della letteratura, condotta da un team di ricerca ungherese e polacco afferente alla Semmelweis University di Budapest e alla polacca Poznan University of Medical Sciences, si è chiesta se sia realmente così.

Nel loro studio gli autori sottolineano il razionale della domanda: dato il costo maggiore della riabilitazione robot-assistita e la maggior difficoltà di accesso, dovuta a una ridotta presenza sul territorio della tecnologia necessaria, è importante capire se davvero fa la differenza rispetto ai metodi più convenzionali.

Obiettivi della revisione

Gli autori hanno cercato studi randomizzati controllati inerenti al confronto tra riabilitazione robotica e tradizionale in soggetti con PCI in Medline, Embase, Scopus, Web of Science e Cochrane Central Register of Controlled Trials, individuandone 13 adatti a essere inseriti nella revisione, 7 dei quali utilizzati anche in una metanalisi.

Obiettivo primario della revisione, capire se la riabilitazione robotica favorisca il miglioramento dello stare in piedi e camminare dei pazienti con PCI: a tal fine sono stati utilizzati rispettivamente il dominio D ed E del Gross Motor Function Measure (GMFM).
Sono stati, inoltre, presi in considerazione alcuni parametri del passo: velocità, cadenza, lunghezza, profondità e tempo di supporto di una gamba singola. Ognuno dei parametri presi in considerazione è inserito in almeno tre degli studi inclusi.

Risultati

Vediamo, con ordine, a quali risultati ha portato la revisione. Per quanto riguarda il GMFM D, si è ottenuto un miglioramento del 5,78% rispetto al gruppo di controllo completo, percentuale che sale al 10,15% se si considerano solo i pazienti sottoposti a fisioterapia e basta… valori che però non sono considerati significativi dal punto di vista statistico.

Simile la situazione per il GMFM E: anche in questo caso, sembra che la riabilitazione robot-assistita sia più efficace del lavoro del fisioterapista (7,77%), ma il valore non è statisticamente significativo.
Tuttavia, la revisione sottolinea alcuni vantaggi della riabilitazione robot-assistita.

Il primo riguarda la velocità del cammino, incrementata di 0.11 m/s rispetto ai pazienti trattati con fisioterapia e di 0.04 m/s rispetto a quelli allenati sul treadmill, tutti esiti significativi dal punto di vista statistico.
Ognuno di questi risultati ha ottenuto un livello di evidenza alto.

Gli autori hanno trovato anche un miglioramento nella profondità del passo nei pazienti sottoposti a riabilitazione robotica rispetto a quelli di controllo, ma pur essendo statisticamente significativo, questo vantaggio ha ottenuto un basso livello di evidenza.

Tutti gli altri parametri, sebbene apparentemente migliori nel gruppo di studio rispetto a quelli di controllo, non sono statisticamente significativi.
Gli autori concludono che gli esiti della riabilitazione robot-assistita non sono poi così maggiori rispetto a quelli che si potrebbero ottenere con una riabilitazione fisioterapica affiancata da treadmill. Ipotesi da verificare, ovviamente.

(Lo studio: Vezér M, Gresits O, Engh MA, Szabó L, Molnar Z, Hegyi P, Terebessy T. Evidence for gait improvement with robotic-assisted gait training of children with cerebral palsy remains uncertain. Gait Posture. 2023 Sep 1;107:8-16. doi: 10.1016/j.gaitpost.2023.08.016. Epub ahead of print. PMID: 37703782)