Nel mese di marzo è stato pubblicato sulla rivista National Athletic Trainers’ Association uno studio incentrato sulla riabilitazione nell’instabilità cronica dell’anca effettuata con o senza dispositivi di destabilizzazione. L’intento dei ricercatori afferenti alle Università della Virginia, di Toledo (Ohio) e alla Weber State University di Ogden (Utah) era verificare se l’uso di dispositivi di destabilizzazione in questo tipo di riabilitazione sia in grado di portare risultati migliori, dovuti secondo i sostenitori a un rinforzo della muscolatura degli arti inferiori. È stato quindi svolto uno studio in laboratorio al quale hanno partecipato ventisei pazienti con instabilità cronica dell’anca, tra cui sette uomini e diciannove donne, che hanno seguito un programma riabilitativo di quattro settimane, suddivisi però in due gruppi: uno ha utilizzato i dispositivi di destabilizzazione mentre gli altri hanno svolto una riabilitazione più tradizionale. Nel corso delle quattro settimane sono stati condotti dei controlli casuali sui partecipanti per verificarne la funzionalità dell’anca, la flessibilità articolare (ROM), la forza e l’equilibrio. I ricercatori non hanno trovato alcuna evidenza che confermi l’effetto migliorativo alla riabilitazione dei dispositivi di destabilizzazione.
(Rehabilitation for Chronic Ankle Instability With or Without Destabilization Devices: A Randomized Controlled Trial; Donovan L., Hart JM., Saliba S. et al; National Athletic Trainers’ Association; marzo 2016; epub ahead of print).
Stefania Somaré