Per neurodivergenza si intende una modalità differente da quella tipica di elaborazione, apprendimento, comportamento del cervello. Non tutte le neurodivergenze sono patologiche, ma anche quando sono minime incidono sulla modalità con cui il soggetto elabora gli avvenimenti e impara.
Di neurodivergenza parla anche l’editoriale del numero di dicembre del European Journal of Physical and Rehabilitation Medicine, a firma di vari specialisti: Giorgio Ferriero e Francesco Negrini, dell’Unità di Medicina Fisica e Riabilitativa degli Istituti Clinici Maugeri di Tradate e del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università dell’Insubria di Varese; Irene Ferrario, dell’Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale e di NEPSI. L’editoriale si concentra, in particolare, sulla necessità di tenere conto delle neurodivergenze anche nei percorsi riabilitativi. Lo studio prende in considerazione disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento e lo spettro autistico.
Peculiarità neurodivergenti
Secondo alcune stime, circa il 20% della popolazione mondiale è colpita da qualche forma di neurodivergenza. Se è facile giungere a diagnosi in bambini e adolescenti, spesso gli adulti non ne sono consapevoli, semplicemente perché quando erano piccoli non si poneva attenzione a questo aspetto. Eppure questi adulti presentano caratteristiche peculiari che possono richiedere particolari attenzioni in ambito riabilitativo: possono essere particolarmente sensibili a stimoli dolorosi oppure non percepirli affatto, possono essere infastiditi da luci intense, rumore di fondo, odori e così via, senza parlare di chi non sopporta il contatto fisico. I tre specialisti pongono quindi l’attenzione sulla necessità di studiare e organizzare protocolli riabilitativi adatti anche a questi pazienti, soprattutto perché con l‘invecchiamento della popolazione anche loro vedono aumentare i propri bisogni riabilitativi.
Aspetti da tenere in considerazione
Se il setting deve essere costruito in modo da non scatenare reazioni di fastidio, chi si occupa di riabilitazione deve anche assicurarsi che il paziente con neurodivergenza capisca i documenti che deve firmare prima di avviare il percorso, così come potrebbe dover adattare il protocollo alle sue peculiarità di apprendimento.
Al momento non ci sono studi focalizzati sulla popolazione neurodivergente: questi potrebbero fornire indicazioni utili per la pratica clinica e sono quindi auspicabili.
Nel frattempo, chi lavora in ambito riabilitativo, ma non solo, potrebbe trarre beneficio da una formazione specifica sulle neurodivergenze, per riuscire a individuare i pazienti “atipici” e saper riadattare il percorso riabilitativo alle sue esigenze.
Fonte: Ferriero G, Ferrario I, Negrini F. Bridging the gap: integrating neurodivergence into rehabilitation plans for adults. Eur J Phys Rehabil Med. 2024 Dec;60(6):917-918. doi: 10.23736/S1973-9087.24.08864-6. PMID: 39670801; PMCID: PMC11729706.