La Trobe University di Melbourne, in Australia, ha realizzato una review sistematica finalizzata a individuare la relazione esistente tra la pressione plantare e i diversi materiali utilizzati per la realizzazione di calzature ortopediche e plantari (Gerrard JM, Bonanno DR, Whittaker GA, Landorf KB. Effect of different orthotic materials on plantar pressures: a systematic review. J Foot Ankle Res. 2020;13(1):35. Published 2020 Jun 11. doi:10.1186/s13047-020-00401-3).

Gli studi sono stati cercati in MEDLINE, CINAHL, Embase e SPORTDiscus e scelti in base a un indice di qualità e al tipo di sperimentazione messo in atto dal team di ricerca. In tutto sono stati individuati cinque studi, caratterizzati dal fatto di essere sperimentali e di aver utilizzato uno schema di rilievo delle misurazioni ripetuto.

I materiali indagati erano: il poliuretano, incluso il PORON®, il polietilene, incluso il plastazote®, l’etil-vinil-acetato (EVA) e il carbone grafite.
Tutti gli studi hanno evidenziato la capacità del poliuretano, del polietilene e di EVA nel ridurre il picco di pressione cui è sottoposto il piede durante il cammino. Ogni materiale sembra agire in modo differente su varie zone del piede.
Per esempio, EVA ridurrebbe il picco di pressione soprattutto a livello dell’avampiede e del piede centrale.
Il poliuretano, invece, sembra agire su tutta la pianta del piede, il che lo rende adatto a produrre plantari anche per piede diabetico e per piedi particolarmente delicati.

Ci sono alcuni limiti in questa review. Per esempio, gli studi coinvolti riguardano pazienti sani e non malati e spesso gruppi molto piccoli (in 3 casi su 5 inferiori a 10 persone); inoltre, non sono stati considerati gli effetti dei diversi materiali ortesici dopo la lavorazione né l’aggiunta ad altri materiali. Gli autori evidenziano quindi la necessità di ideare studi ad hoc con un maggior numero di partecipanti per studiare ancora di più le qualità di questi materiali.

Stefania Somarè