Protesica per la displasia dell’anca e programmazione dell’intervento

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Tra l’1% e il 2% dei neonati presenta alla nascita un acetabolo ancora immaturo che non riesce a contenere la testa del femore, portando a lussazione.
Nella maggior parte dei casi, l’uso di appositi tutori che mantengono le gambe divaricate consente la completa guarigione in pochi mesi.
In Italia, lo screening per la displasia dell’anca è eseguito di norma entro il terzo mese di vita mediante ecografia: è fondamentale individuare i casi di lussazione il prima possibile per riuscire a correggere completamente il difetto.

Qualora la lussazione venga individuata dopo i sei mesi di vita, in questo caso mediante radiografia, il tutore non è più sufficiente e occorre procedere con gessi correttivi da cambiare ogni mese per tre mesi di fila, per poi tornare al tutore.
Lo stesso trattamento si effettua anche in presenza di una vera lussazione.

Trattare questi casi è importante anche per la vita adulta. Una displasia dell’anca non curata aumenta il rischio di sviluppare artrosi di anca in etĂ  giovanile. Altre conseguenze possono essere instabilitĂ  articolare, lussazione cronica, valgismo del ginocchio e malformazioni dell’apparato muscolo-scheletrico.

In presenza di coxartrosi può essere necessario intervenire con un impianto protesico che, però, può mettere in difficoltà il chirurgo ortopedico, se non ha sufficiente esperienza.
Il tema è stato trattato da Christopher L. Peters della Health University of Utah nel corso dell’evento Current Concepts in Joint Replacement Meeting. Il problema principale, ha spiegato Peters, è l’alta variabilitĂ  morfologica che può caratterizzare questi pazienti, sia a livello di testa del femore che di acetabolo.

Inoltre, ha continuato, è possibile dover ristabilire il centro anatomico dell’anca, aumentando il rischio di incorrere in complicanze come instabilitĂ  articolare, fratture intraoperatorie del femore, usura del polietilene protesico e allentamento asettico. In questi casi è necessario eseguire un attento studio del caso, seguito da attenta programmazione operatoria.

Durante il congresso, Peters ha per esempio sconsigliato ai colleghi di utilizzare coppe sovradimensionate per cercare di colmare le mancanze acetabolari, perchĂ© ciò può determinare problemi nella fissazione e rendere difficile restituire le sue proprietĂ  biomeccaniche all’articolazione.

Non solo. L’uso di invasi troppo grandi può portare dolore a livello dello psoas, del retto femorale e della capsula stessa. Questi problemi possono essere ridotti dalla giusta selezione dello stelo, in termini di dimensione e forma, mentre scegliere di utilizzare anche superfici di appoggio non metalliche può ridurre il rischio di complicanze.

A tal proposito, lo specialista statunitense ha riportato anche gli esiti di una ricerca del suo team, nella quale la scelta di non utilizzare impianti fatti di metallo su metallo si traduce nell’ottenere una sopravvivenza per i pazienti con displasia di anca simile a quella degli altri in una artroplastica di anca.

In presenza di impianti metallo su metallo, invece, la sopravvivenza dei pazienti con displasia di anca è inferiore a quella dei pazienti senza. Queste attenzioni sono ancora più importanti perché, spesso, questi sono pazienti giovani, per lo più donne, nelle quali la displasia di anca si verifica fino a 5 volte di più che negli uomini.

La coxartrosi determinata da displasia dell’anca può comunque essere prevenuta con una serie di attenzioni, prima tra tutte l’evitare il sovrappeso e non svolgere attivitĂ  fisiche che incidono sull’usura di questa articolazione. Inoltre, può essere utile mantenere alto il tono della muscolatura di glutei e bacino, così da supplire alla possibile debolezza articolare.

Anche un percorso fisioterapico appropriato può aiutare a mitigare i sintomi della coxartrosi, spostando in avanti il tempo dell’intervento. Questo resta, però, la sola possibile risoluzione del problema.

(Lo studio: Peters CL, et al. Management of DDH with THA. Presented at: Current Concepts in Joint Replacement Meeting; Dec. 7-10, 2022; Orlando)

Stefania Somaré