Protesi sensibili: la ricerca prosegue

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Federica Barberi e Giacomo Valle, studenti PhD dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che hanno partecipato allo studio.

Afferrare gli oggetti, camminare, sentirsi a proprio agio nel movimento: sono tutti aspetti che passano anche attraverso una buona sensibilità delle superfici con le quali si entra in contatto, oltre alla propriocezione.
La letteratura e le esperienze insegnano che un amputato di arto tende a sentire la protesi come estranea a sé e a cadere per via della mancanza di sensibilità.

Uno studio internazionale (Francesco Maria Petrini, Giacomo Valle et al. Enhancing functional abilities and cognitive integration of the lower limb prosthesis. Science Translational Medicine. Vol. 11, Issue 512), al quale ha partecipato anche l’Istituto di Robotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha presentato una nuova neuroprotesi di gamba che fornisce un feedback tattile in tempo reale attraverso la stimolazione nervosa. La protesi è stata testata su tre soggetti con amputazione transfemorale.

Lo studio ha dimostrato che la neurostimolazione migliora la mobilità, riduce gli eventi di caduta e permette di accettare la protesi come parte del corpo. Inoltre, ha dimostrato che i feedback sensoriali indotti possono essere integrati a livello sovraspinale per ristabilire le abilità della gamba persa.

Stefania Somaré