Nel 2019 in Italia sono stati eseguiti 39.779 interventi di protesizzazione di anca e 25.119 di ginocchio, come riferito dal Registro Italiano di Artroprotesi (RIAP) e in generale il trend è in aumento in tutto il mondo.
Per garantire un buon esito dell’intervento e ridurre i tempi riabilitativi è importante che il paziente arrivi in sala operatoria con un buon tono muscolare.
Per questo si ritiene utile sottoporre questi soggetti a un percorso riabilitativo prechirurgico.
Uno studio canadese, condotto dall’Università di Ottawa in collaborazione con l’ospedale cittadino, ha condotto uno studio pilota randomizzato per valutare la fattibilità di un percorso di questo genere. 27 i pazienti coinvolti e randomizzati per entrare nel gruppo di studio oppure in quello di controllo. I primi hanno seguito un programma di rinforzo muscolare personalizzato, eseguito a domicilio con la supervisione di un fisioterapista.
I pazienti in lista per un intervento di protesi di anca hanno lavorato soprattutto sugli abduttori dell’anca, mentre quelli da sottoporre a protesi di ginocchio si sono concentrati sui quadricipiti. Il programma prevede 5 sessioni settimanali per 8 settimane di intervento, con esercizi che diventano via via più sfidanti man mano che il soggetto raggiunge dei risultati.
Il fisioterapista entra in gioco una sola volta la settimana, per una sessione di valutazione degli obiettivi raggiunti necessaria per stabilire come proseguire l’allenamento. I pazienti del gruppo di controllo sono stati invece seguiti in modo tradizionale all’interno dell’ospedale di riferimento, dove hanno ricevuto le informazioni sanitarie relative all’intervento e al periodo di ricovero, all’anestesia e così via. Il primo esito che gli autori hanno considerato è la fattibilità del progetto: purtroppo la risposta è negativa.
Gli autori si sono infatti accorti che il 22% dei partecipanti è stato operato prima che il programma di rinforzo si concludesse; gli altri lo hanno invece portato a termine prima dell’intervento. Se questi esiti sembrano positivi, bisogna aggiungere che originariamente i pazienti eleggibili a entrare nello studio erano 129 e ben il 51% non ha accettato, soprattutto perché impossibilitati o non interessati a fare un lavoro preoperatorio.
Inoltre, dei 63 rimanenti, la maggioranza non è stata randomizzata per tempo per una serie di questioni interne all’ospedale. Ecco perché il programma al momento è stato sospeso per essere ulteriormente migliorato e diventare accessibile.
Studi di questo genere sono importanti per valutare la fattibilità di un programma prima di investirvi troppe risorse umane ed economiche e, una volta pubblicati, offrono spunti anche per altri gruppi di ricerca.
(Lo studio: Pacheco-Brousseau L, Dobransky J, Jane A, Beaulé PE, Poitras S. Feasibility of a preoperative strengthening exercise program on postoperative function in patients undergoing hip or knee arthroplasty: a pilot randomized controlled trial. Pilot Feasibility Stud. 2022 Jul 30;8(1):162. doi: 10.1186/s40814-022-01126-9. PMID: 35908037; PMCID: PMC9338629)
Stefania Somaré