Uno studio statunitense ha delineato i fattori di rischio che inducono a un accesso in Pronto Soccorso entro 90 giorni dalla dimissione dopo una protesizzazione totale di anca e ginocchio.
Gli autori hanno analizzato le schede cliniche di 10479 pazienti sottoposti a uno di questi interventi di artroplastica: di questi, 937 si sono recati in Pronto Soccorso nelle settimane successive la dimissione, per un totale di 1234 visite di emergenza (Plate JF, Ryan SP, Bergen MA, et al. Patient Risk Profile for Unplanned 90-Day Emergency Department Visits Differs Between Total Hip and Total Knee Arthroplasty. Orthopedics. 2020;43(5):295-302. doi:10.3928/01477447-20200818-02).
L’osservazione di questi pazienti ha permesso di evidenziare alcune caratteristiche e comorbidità che aumentano il rischio di accedere al Pronto Soccorso.

Per la protesi totale di ginocchio, l’età superiore agli 80 anni e l’essere di etnia nera sono fattori di rischio, così come l’essere affetti da una patologia valvolare, da insufficienza cardiaca congestizia, da patologie metastatiche, da problemi alla circolazione periferica.
Altri fattori sono poi l’alcolismo, l’abuso di droghe e la depressione.
Minori i fattori di rischio per la protesi totale d’anca: l’essere di etnia nera, avere insufficienza epatica, avere il cancro o soffrire di ipertensione polmonare sono le principali cause per la richiesta di una visita in Dipartimento di emergenza.
Secondo gli autori, sarebbe utile delineare dei programmi di counseling ad hoc per i pazienti più predisposti, così da sostenerli nel loro rientro a casa e ridurre l’accesso ai Pronto Soccorso.
Da evidenziare che un soggetto nero con comorbidità è quello più a rischio in questo senso.

Stefania Somaré