Basandosi su uno studio cinese pubblicato su “Journal of Orthopaedic Surgery and Research”, le protesi da stampa 3D di astragalo riescono a restituire funzionalità alla caviglia dei pazienti operati per tumore in quella sede.
L’osteosarcoma è un tumore raro che in Italia colpisce poco più di cento persone l’anno, con localizzazioni differenti: i pazienti colpiti a livello dell’astragalo sono meno del 15% del totale. Storicamente tra le opzioni terapeutiche disponibili per il trattamento di questa forma tumorale c’era l’amputazione transtibiale, intervento che lascia il paziente in condizioni di disabilità.
L’avanzamento tecnologico consente oggi di localizzare maggiormente l’azione terapeutica, effettuando una resezione dell’astragalo con successiva fusione tibiocalaneare. In questo modo si preserva l’arto inferiore, ma si perde l’azione della caviglia.
Si può ovviare a questo problema utilizzando protesi stampate in 3D parziali o totali di astragalo, opzione già presentata in letteratura, anche se più che altro come “casi studio”. Uno studio retrospettivo cinese punta invece a identificare l’efficacia del sistema.
Gli esiti dello studio
Pubblicato su “Journal of Orthopaedic Surgery and Research”, lo studio prende in considerazione gli esiti dell’intervento di protesizzazione di 6 pazienti, operati tra il febbraio 2016 e il dicembre 2021. Età media del campione, 31.5 ± 13.1 anni. Tempo medio di follow-up, 54,8 mesi.
Per ogni paziente sono stati presi in considerazione dati relativi agli outcome oncologici, il tempo operatorio, la perdita di sangue, ma anche score di funzionalità, come il “Musculoskeletal Tumor Society 93 (MSTS-93) score” e “The American Orthopedic Foot and Ankle Society (AOFAS) score”. Infine, sono stati valutati il range of motion della caviglia e la differenza di lunghezza tra gli arti inferiori.
Le analisi retrospettive mettono in evidenza il successo dell’intervento, con un buon processo di osteointegrazione della protesi in tutti i pazienti e l’assenza di differenze di lunghezza tra gli arti. Ciò è buono, perché consente di preservare il passo e una buona postura. Inoltre, si vede che il MSTS-93 medio è di 26,8, mentre l’AOFAS medio è di 88,5.
Infine, l’articolazione protesica si è mostrata capace di effettuare una flessione plantare di 32,5°, una dorsiflessione di 9,2°, un movimento in varo di 10,8° e uno in valgo di 5,8°. Di fatto, la funzionalità e stabilità articolare sono confermate da questo lavoro, giustificando l’uso delle protesi stampate in 3D.
La realizzazione delle protesi
Le protesi utilizzate sui pazienti sono state realizzate appositamente per loro, partendo dalle immagini diagnostiche per valutare la dimensione del tumore e quindi dell’aria da resecare.
La protesi è stata poi disegnata basandosi sull’astragalo sano e realizzata in polietilene ad altissimo peso molecolare e titanio, unendo le due componenti con un disegno a “scatto”. A sua volta, la componente in titanio solida nella parte interna e porosa in quella esterna, per favorire l’osteointegrazione.
Copy: Protesi di astragalo stampate in 3D sembrano essere efficaci per pazienti sottoposti a resezione oncologica
Studio: He, X., Lu, M., Zou, C. et al. Three-dimensional printed custom-made modular talus prosthesis in patients with talus malignant tumor resection. J Orthop Surg Res 19, 273 (2024). https://doi.org/10.1186/s13018-024-04728-6