Con circa cinque milioni di individui affetti al mondo per incidenza, la malattia di Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa dopo la malattia di Alzheimer. In Italia sono circa 400 mila i pazienti affetti da questa malattia che colpisce prevalentemente gli over 60, sebbene vi sia un 5% circa di esordio in età giovanile, tra i 20 e i 40 anni.

Tra i sintomi associati a malattia di Parkinson vi sono anche disabilità motorie, in particolare rigidità muscolare, bradicinesia, disturbi dell’equilibrio e disturbi del cammino che, nell’insieme, possono aumentare il rischio di caduta; trattandosi di soggetti per lo più anziani, le cadute sono da evitare per ridurre il rischio di frattura associata.

Un recente studio italiano “The Effect of Personalized Shoe Insoles on Parkinson’s Disease Subjects: A Triple-Blind Randomized Controlled Trial” pubblicato su Journal of Clinical Management, valuta gli esiti di plantari con effetto stimolante sul piede per migliorare i sintomi associati al passo: si parla dei plantari Proo-Step, customizzati per adeguarsi perfettamente ai piedi dei pazienti. Come placebo sono stati utilizzati plantari piatti senza alcun effetto stimolante.

Allo studio hanno collaborato l’Irccs Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano, l’asse Spedali Civili di Brescia, l’asse Papa Giovanni XXIII di Bergamo e l’azienda di Brescia che produce i plantari.

Caratteristiche dei plantari testati

I plantari prodotti su misura dall’azienda bresciana sottopongono il piede a una stimolazione meccanica grazie all’aggiunta, a carico dell’avampiede, di una lamina in fibra di vetro di 1 cm di altezza, lamina dotata di specifiche proprietà elastiche. Questa aggiunta dovrebbe stimolare la pressione a carico delle dita dei piedi e delle aree del metatarso durante alcune fasi del passo, supportando al contempo la fase di swing. Il processo di produzione di questi plantari richiede 2 settimane.

I partecipanti hanno indossato i plantari per almeno 6 ore al giorno per 10 settimane, tenendo un diario giornaliero per registrare cambiamenti nell’equilibrio e nella facilità del passo. In contemporanea, i pazienti hanno seguito un iter riabilitativo di 20 sessioni, 2 la settimana per 10 settimane, della durata di 90 minuti, 60 dedicati alla fisioterapia e 30 alla terapia occupazionale.

Dopo ogni sessione, gli specialisti hanno prescritto ai soggetti una serie di esercizi da eseguire a casa, in parte di automobilizzazione, in parte di equilibrio e in parte di coordinazione. Dopo 6 settimane sono state avviate le prime valutazioni: test Timed Up and Go (TUG), 10 meter walking test, il test di equilibrio Berg Balance Scale (BBS), i questionari SF12-MC e SF12-PC, soddisfazione del paziente.

La stimolazione utilizzata è insufficiente a produrre miglioramenti

Sono 42 i pazienti arruolati per questo studio, 21 per il gruppo di lavoro e 21 per quello di controllo. Sebbene in precedenti studi sia stato dimostrato che la stimolazione del piede può portare miglioramenti nell’equilibrio e nel passo dei pazienti affetti da Parkinson, in questo lavoro non si osservano differenze significative tra i due gruppi, né a 6 mesi dall’inizio dell’indossamento, né a 1 mese dalla fine del percorso.

Nessun parametro vede dei miglioramenti, mentre entrambi i plantari vengono considerati comodi, tanto che l’aderenza è alta in entrambi i gruppi. Gli autori concludono che la stimolazione apportata dalla fibra di vetro sia insufficiente.

Studio: Pollet, J.; Buraschi, R.; Ranica, G.; Pancera, S.; Anastasi, D.; Fazio, R.; Monteleone, S.; Lena, E.; Floridi, V.; Zucchini, F.; et al. The Effect of Personalized Shoe Insoles on Parkinson’s Disease Subjects: A Triple-Blind Randomized Controlled Trial. J. Clin. Med. 2023, 12, 7204.