Pazienti anziani, disfunzioni muscolari come misura dei successi riabilitativi

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Da tempo il Giappone ha standardizzato un metodo per riabilitare rapidamente i pazienti anziani e dimetterli, indipendentemente dalle cause del ricovero.
Uno studio si è proposto di capire se i test muscolari possano essere strumenti utili per capire come il paziente reagirà al percorso riabilitativo.
Quattro i test presi in considerazione, tutti inseriti all’interno del metodo diagnostico introdotto nel 2019 dall’Asia Working Group for Sarcopenia (AWGS) per consentire diagnosi semplici, eseguibili anche in ambulatorio: test di presa, il test di velocità, il tempo necessario per eseguire cinque esercizi sit-to-stand e lo short physical performance battery.
Nell’attuale studio sono stati coinvolti 297 pazienti, per oltre l’80% ottaugenari.

In questo studio gli autori utilizzano l’indice di Barthel come strumento per valutare l’attività quotidiana dei soggetti coinvolti: l’indice medio per questi soggetti era, prima del ricovero, 77.7, passato poi a 54.4 prima dell’inizio della riabilitazione e risalito successivamente a 73.6.

I risultati ottenuti con i quattro test per ogni paziente, prima e dopo la riabilitazione, sono stati analizzati statisticamente per avere un quadro più generale. Si osserva così che valori più bassi nel test di presa e nel tempo sit-to-stand all’inizio del percorso riabilitativo si associano a miglioramenti più incisivi dell’indice di Barthel; inoltre, presi insieme, questi due test possono dare chiara indicazione di un recupero di attività fisica nella quotidianità.

Più in generale, gli autori osservano che i soggetti con tre o più disfunzionalità muscolari faticano a recuperare l’autonomia e la capacità di muoversi nella vita di tutti i giorni, anche con un apposito percorso riabilitativo.

Di contro, avere due sole disfunzionalità aumenta la probabilità di un recupero pieno. Detto ciò, gli autori sottolineano anche che lo studio dimostra che è possibile favorire le dimissioni degli ultra-anziani con la riabilitazione, anche in presenza di disfunzionalità muscolari molto importanti. Il nocciolo della questione è focalizzarsi sulla funzionalità muscolare, senza pretendere di riuscire ad aumentare la massa muscolare del paziente, obiettivo assai difficile da raggiungere negli anziani.
Interessante osservare che i test muscolari funzionano nel prevedere il recupero dei livelli di attività quotidiana pre ricovero indipendentemente dalla patologia che ha richiesto il ricovero.

Lo studio conferma anche che al crescere dell’età aumentano le disfunzioni muscolari… una questione che può essere peggiorata dalla malnutrizione. In effetti, in questi anziani si sono trovati livelli di emoglobina e albumina bassi, associati sia a sarcopenia che a malnutrizione: ecco perché oltre all’intervento del fisioterapista, questi soggetti necessitano anche dell’azione di un nutrizionista. In conclusione, lo studio conferma che si può utilizzare il metodo proposto dal’AWGS per prevedere il ripristino dei livelli di attività quotidiana dei pazienti anziani.

(Lo studio: Yamashita, M., Obata, H., Kamiya, K. et al. Overlapping states of AWGS muscle dysfunction and inverse feasibility of ADL recovery by rehabilitation in older inpatients. Sci Rep 12, 22283 (2022). https://doi.org/10.1038/s41598-022-26622-z)

Stefania Somaré