Agli inizi di giugno la rivista Restorative Neurology and Neuroscience ha pubblicato uno studio di ricercatori italiani, afferenti al Dipartimento di Riabilitazione di Habilita Zingonia, Istituto di Riabilitazione di Alta Complessità (BG) e al Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona, dedicato agli esiti che la riabilitazione assistita da robot (RAGT) può avere sul movimento di bambini affetti da paralisi cerebrale (PCI).
Questo tipo di riabilitazione è molto utilizzata su pazienti pediatrici con PCI ma, come per molti altri ambiti, non esistono al momento indicazioni precise rispetto alla frequenza ottimale di intervento e alla durata delle sessioni.
Lo studio ha voluto proprio indagare gli effetti di questo approccio riabilitativo sulle performance motorie e sulla resistenza di 14 bambini con PCI, 6 femmine e 8 maschi, di età compresa tra 4,6 e 15,8 anni.
Ognuno di questi pazienti ha effettuato un programma riabilitativo multidisciplinare durato da 18 a 24 mesi, nel quale erano incluse terapie fisiche convenzionali e sessioni di RAGT. In entrambi i casi le sessioni hanno avuto durata di 60 minuti e si sono svolte per 20 giorni, 5 giorni la settimana.
I test utilizzati per valutare gli effetti della RAGT: il six-minute walking test, la scala di Ashworth modificata, e misure della RAGT stessa, come distanza totale percorsa, distanza media per sessione e velocità. I risultati hanno indicato che la velocità non ha subito modificazioni dall’iter riabilitativo, mentre la distanza totale e quella media per sessione sono migliorate significativamente.
Questo primo studio suggerisce quindi che una combinazione di terapie fisiche manuali e RAGT possa migliorare questi giovani pazienti a migliorare le capacità motorie e la resistenza. Ovviamente occorrono ulteriori studi.
Stefania Somaré