Il paziente fragile diventa sempre più il fulcro della programmazione delle attività della Fondazione Salvatore Maugeri.
Il presidente della Fondazione, professor Gualtiero Brugger, ha sottolineato: «Fondazione Salvatore Maugeri desidera diventare il principale riferimento culturale nello studio e nello sviluppo di attività di prevenzione primaria e secondaria a supporto del paziente fragile. In continuità con i valori del passato, valori da sempre legati alla dedizione verso i pazienti meno autosufficienti, con particolari difficoltà nell’affrontare il progressivo deterioramento del proprio stato di salute, desideriamo promuovere l’evoluzione dei modelli sanitari per la presa in carico del paziente fragile».
Il professor Antonio Spanevello, direttore Programmi Scientifici della Fondazione, ha sottolineato: «Fondazione Salvatore Maugeri prenderà parte attiva al dibattito internazionale scientifico per arrivare a una definizione universale e condivisa di paziente fragile, intendendo contribuire attivamente a una migliore profilazione del paziente fragile grazie alla sua esperienza molto forte sul campo».
Il concetto di “fragilità”, basato per lo più su una scarsa capacità di resistere ai diversi fattori che possono portare malattia e sulla presenza di più patologie, non è ancora ben delineato e condiviso dalla società scientifica. Di certo, al momento si associano a questa parola i concetti di multimorbidità e instabilità clinica. Ciò che è certo è che, con l’avanzare dell’età media, anche il numero di soggetti “fragili” è destinato ad aumentare.
Nel programma a 5 anni presentato lo scorso 12 giugno dalla Fondazione sono inserite linee di ricerca dedicate proprio a questi soggetti: medicina riabilitativa neuromotoria, di cui fanno parte studi di misurazione dell’outcome in tutte le principali patologie neuromotorie che conducono allo stato di fragilità, quali ictus, mielolesioni, Parkinson, SLA; cardioangiologia riabilitativa, con particolare riferimento al filone di studio dei determinanti di malattia, dell’interazione tra terapie farmacologiche e riabilitative, dell’identificazione di biomarcatori predittori di prognosi in pazienti affetti da scompenso, ischemia e aritmie; pneumologia riabilitativa, con cui sperimentare nuovi modelli riabilitativi centrati sulle cure territoriali e domiciliari.
La patogenesi infiammatoria e immunologica di alcune malattie respiratorie può spiegare l’evoluzione verso lo stato di fragilità; medicina clinico-specialistica e medicina del lavoro e rischi da esposizione in ambiente lavorativo, due linee che sono una prosecuzione del filone di ricerca del fondatore Salvatore Maugeri.
Accanto ai filoni di ricerca presentati, ci saranno azioni concrete sul territorio, come spiegato da Luca Damiani, consigliere della Fondazione: «a tale scopo, Fondazione Salvatore Maugeri promuoverà da una parte una serie di indagini in partnership con associazioni pazienti per comprendere i bisogni dei pazienti fragili, e dall’altra lavorerà con enti universitari per una migliore identificazione del paziente fragile. Vogliamo essere catalizzatori dei bisogni e trovare insieme la strada per gestirli, è per questo motivo che istituiremo in collaborazione con alcuni atenei italiani, premi e borse di studio rivolte a studenti universitari che hanno affrontato il tema del paziente fragile».
Stefania Somaré