Con il termine “patologia muscoloscheletrica” (MSK) si intende un insieme di oltre 150 malattie che colpiscono ossa, articolazioni, muscolatura, tendini, legamenti e spina dorsale.

Si tratta di condizioni anche molto differenti tra loro, ma spesso caratterizzate da dolore e da una graduale perdita di funzionalità del distretto colpito, che si traduce in disabilità e scarsa qualità di vita.

Secondo lo studio Global Burden of Disease 2019, del quale si hanno analisi specificatamente focalizzate sulle MSK, nell’anno di riferimento nei 204 Paesi presi in considerazione queste patologie avrebbero causato 322,75 milioni di incidenti, 150,08 milioni di attesa di vita corretta per disabilità (DALY) e 117,54 mila morti.

Il riferimento è alle 5 patologie più diffuse, ovvero artrosi, artrite reumatoide, dolore lombare, dolore al collo e gotta. L’età media in cui si sono concentrati questi eventi negativi nel 2019 è compresa tra i 50 e i 54 anni, quindi ancora in età attiva e non nell’anzianità, come si potrebbe pensare. Le donne si sono confermate più predisposte allo sviluppo di MSK.

Tra i fattori di rischio più rilevanti c’è il lavoro, seguito dal consumo di tabacco e dal sovrappeso. 

L’impatto di altre patologie MSK

Un altro studio, più recente, rianalizza i dati del 2019 per valutare l’impatto di MSK differenti dalle 5 già nominate: lo studio si chiama Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study ed è pubblicato su The Lancet Rheumatology.

In questo lavoro si stima che nel 2020 siano state 494 milioni le persone affette da un’altra MSK rispetto a quelle prese in considerazione in precedenza, numero che rappresenta una crescita del 123,4% rispetto al 1990.

Per quanto riguarda le previsioni per il 2050, gli autori stimano che ci saranno 1060 milioni di casi entro quella data. Ai quali aggiungere i casi di artrosi, artrite reumatoide e così via.

Questi numeri sono sufficienti a mettere in evidenza l’importanza di individuare nuove strategie di trattamento e prevenzione: obiettivo che si può raggiungere creando sinergie sia in ambito di ricerca che di sviluppo di soluzioni.

La fusione tra Regenera Activa Worldwide e Rigenera HBW

Rientra proprio nel concetto di collaborazione e sinergia la recente fusione tra le aziende Regenera Activa Worldwide e Rigenera HBW, fusione che ha dato vita a Remedi, realtà internazionale che vede coinvolti al momento 50 dipendenti in 4 diversi Paesi e che può contare su un fatturato di più di 13 milioni di euro l’anno.

Con Remedi si introduce anche un nuovo approccio al trattamento della MSK, basato su una tecnologia già brevettata da Rigenera e che sfrutta l’Autologus Micrografting Technology (AMT). A tal proposito Antonio Graziano, CEO di Rigenera HBW, sottolinea: “la fusione tra Regenera Activa Worldwide e Rigenera HBW rappresenta una grande opportunità per promuovere questa tecnologia rivoluzionaria”. E, ancora, “in collaborazione con la comunità scientifica, continueremo a esplorare nuove applicazioni di Rigenera in vari campi della medicina, con l’obiettivo di assistere un numero sempre maggiore di pazienti”.

L’impegno di Remedi è infatti anche quello di aumentare il numero di pazienti, per esempio con artrosi, che possono giovare della nuova tecnologia per tornare a una buona qualità di vita, oltre che di ridurre l’incidenza della incapacità lavorativa che tanto pesa sui costi sociali.

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