Istituto Ortopedico Rizzoli, sette progetti finanziati dal PNRR

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Tra gli obiettivi della Missione 6 del PNRR vi è il potenziamento della ricerca biomedica all’interno del SSN (M6C2-2.1), con tre focus primari: sviluppo di modelli innovativi per migliorare la risposta a malattie rare e tumori rari; progetti volti a conoscere meglio e mettere in evidenzia fattori di rischio e meccanismi di malattia delle patologie croniche non trasmissibili; progetti che vadano a colmare il gap tra ricerca e industria, quindi di carattere più traslazionale.

La Missione conta sull’ecosistema degli IRCCS, molto vasto e attivo nel nostro Paese. Fa parte di questo ecosistema anche l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna al quale sono stati assegnati ben 6.630.275 euro di finanziamento per la realizzazione di sette progetti.

Anselmo Campagna, direttore generale dell’istituto bolognese, accoglie la notizia dei finanziamenti con queste parole: «questi progetti rappresentano prospettive di grande interesse per il miglioramento delle cure in ambiti in cui la ricerca è determinante. Il Rizzoli sviluppa, nel lavoro congiunto tra laboratori e reparti, innovazione di riferimento internazionale: continuiamo anche grazie a queste risorse a svolgere attività di ricerca che garantisca risultati significativi per i nostri pazienti di oggi e di domani».

Cinque le aree di intervento dei sette progetti che hanno ottenuto il finanziamento: tumore muscoloscheletrico; malattia rara; innovazione per la diagnosi di osteoporosi; nuove soluzioni per ridurre i fallimenti degli interventi di artroplastica; nuove tecniche di chirurgia vertebrale. Entriamo nel dettaglio.

Progetti inerenti tumori rari

Il progetto che ha ricevuto il finanziamento più alto, pari a 1 milione di euro, è incentrato sullo sviluppo di una nuova piattaforma nanofotonica per migliorare la terapia dei sarcomi: intitolato “Innovative drug delivery nanophotonic platform for implementation of sarcomas therapy (DEEPLY)”, avrà come primo autore Toni Ibrahim.

L’Istituto ha un secondo progetto incentrato sul sarcoma, questa volta di Ewing: “Scale-up the industrial development of CD99-null exTracellular vescicles (EVs) As theRapeutic Tools by using Ewing sarcoma as prototype (START)”.

Primo autore, Katia Scotlandi per un finanziamento di 998.310 euro. Con un’incidenza di circa 5 casi ogni 100.000 abitanti negli adulti, esistono almeno 50 tipi di sarcomi, alcuni più frequenti degli altri. Al momento si conoscono 3 età dove la prevalenza è maggiore: nell’infanzia, tra i 18 e i 30 anni e dopo i 65 anni. Volendo dare una media di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, ci si aggira sul 55%.

Le biobanche

Altri 2 progetti del Rizzoli sono rivolti alle biobanche, viste come strumenti per facilitare la ricerca nell’ambito delle malattie rare: “Biobanks, registries and national health records: modelling a networking strategy to foster research & development and to support the secondary use of data and samples of rare disease patients”, condotto da Luca Sangiorgi con un finanziamento di 981,524… e l’altro, “Developing a Biobank Network among major sarcoma treatment centers to improve biomedical research”, di Davide Maria Donati, con un finziamento di 983,330 euro.

In entrambi i casi, la strategia è quella di biobanche costruite in network, per aumentare il numero di campioni su cui poter lavorare per fare ricerca, sia si base che farmaceutica.

Chirurgia vertebrale e osteoporosi

Due tematiche importanti, soprattutto a causa dell’impatto sulla popolazione. Benché utilizzata spesso come ultima ratio, dopo il fallimento di percorsi conservativi, la chirurgia vertebrale è molto diffusa, così come lo è l’osteoporosi.

Il Rizzoli è in campo con due progetti, uno per tematica. Giovanni Barbanti Brodano si occuperà del progetto “Orthospine Fitness: which markers of musculoskeletal health can explain complications in spine surgery?” che punta a individuare biomarcatori che permettano di capire quali pazienti corrono maggiore rischio di complicazione in una chirurgia vertebrale. Ciò consentirà a sua volta di sviluppare protocolli ad hoc e migliorare gli outcome clinici. A questo progetto vanno 998,310 euro.

Per quanto riguarda l’osteoporosi, invece, Milena Fini si dedicherà allo sviluppo di un metodo innovativo per stratificare la popolazione in base al rischio di sviluppare osteoporosi e, quindi incorrere in fratture da fragilità.

Dal titolo “Sustainable innovation with a method based on peripheral mononuclear cells and platelets related factors to screen, monitor and stratify the population at risk of osteoporosis and fractures (DISCERN)” il progetto gode di un finanziamento di 675,350 euro.

L’artrosi

Cresce costantemente il numero di pazienti che necessitano di un’artroplastica per sostituire componenti articolari danneggiate dall’artrosi e, al contempo, aumentano i casi di pazienti che risultano insoddisfatti del risultato. Occorre quindi individuare delle strategie che permettano di riparare senza dover intervenire chirurgicamente una seconda volta, anche perché, soprattutto per il ginocchio, i rischi di un intervento di revisione sono maggiori che tenere l’articolazione non perfetta.

A questo tema è dedicato il progetto “Innovative Technologies for Cost-Effective Healthcare Delivery for salvage procedures of failed treatments of osteoarthritis: specific biomimetics solutions to reduce a growing problem with a high social and economic impact”, seguito da Francesco Traina e finanziato con 998,152 euro. 

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