Misurare lo spessore del quadricipite al letto del paziente

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Modulare le richieste riabilitative fatte al paziente in base alla sua reale disponibilità muscolare, in termini di spessore del tessuto, può essere utile per effettuare un intervento più adeguato ed efficace. A livello ambulatoriale, lo strumento diagnostico che meglio si presta in tal senso sembra essere l’ecografo portatile, perché può essere trasportato al punto di cura e perché economico.

Secondo un gruppo di ricerca portoghese, però, non è chiaro se due misurazioni successive possano dare esito simile oppure no. Per rispondere a questa domanda gli autori hanno incluso 29 pazienti in uno studio trasversale, condotto presso il Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitazione del São João University Hospital Center di Porto (Portogallo).

I soggetti sono stati valutati da 4 osservatori, due allenati e due no, che ne hanno misurato lo spessore del retto femorale e del quadricipite femorale quattro volte, due di seguito e due dopo 3 ore.
La misurazione è stata effettuata circa 15 cm sopra la rotula, quindi non necessariamente in concomitanza con la zona più spessa del muscolo stesso.

Questo è uno dei limiti evidenziati dagli stessi autori dello studio. Tuttavia, dal momento che l’obiettivo del lavoro è stabilire se l’ecografia sia uno strumento affidabile a livello inter-operatore e intra-operatore per valutare lo stato della muscolatura, era corretto individuare un punto di misurazione comune.

Successivamente gli autori hanno calcolato i coefficienti di correlazione interclasse (ICC), evidenziando valori di affidabilità maggiori di 0,888 per entrambi i muscoli, sia nell’interclasse che nell’intraclasse.
L’affidabilità cresce se si considerano solo le medie di due misurazioni, attestandosi su 0,956 per il retto femorale e su 0,966 per il quadricipite nel caso di misure prese dallo stesso operatore, e su 0,919 per il retto femorale e 0,945 per il quadricipite femorale nell’altro.

Altro aspetto positivo, sembra che la formazione dell’operatore non sia statisticamente significativa, forse perché l’ecografia della muscolatura è semplice da effettuare.

Alla luce dei risultati riportati, gli autori sottolineano che l’ecografo portatile è un ottimo strumento per valutare lo spessore delle fasce muscolari di interesse nel punto di cura, confermando la strada al suo uso in ambito riabilitativo…quantomeno nelle stesse condizioni coperte dal lavoro.

Una delle limitazioni di questo studio è che è stato eseguito in un unico centro riabilitativo per acuti, cosa che non permette di estenderne i risultati ottenuti a qualunque altra popolazione.

Nello specifico, qui i pazienti avevano necessità di essere riabilitati per ragioni differenti, con il 34,5% che presentava debolezza muscolare dovuta a una permanenza in Terapia Intensiva per ictus.

Al momento dell’inizio dell studio il 44,8% dei soggetti non era in grado di camminare, mentre il 65,8% non poteva alzarsi da una posizione seduta.
In questi casi, valutare lo spessore iniziale della muscolatura implicata nei movimenti da ricostituire è importante per capire come muoversi al meglio.
Gli autori sottolineano l’esigenza di effettuare altri studi longitudinali.

(Lo studio: Pinto-Ramos J, Costa-Santos C, Costa F, Tavares H, Cabral J, Moreira T, et al. Reliability of point-of-care ultrasound for measuring quadriceps femoris muscle thickness. Eur J Phys Rehabil Med 2022;58:767-73. DOI: 10.23736/S1973-9087.22.07432-9)

Stefania Somaré