C’è uno strumento, ancora poco nota o considerata dal mondo della sanità italiana, che permette di stimolare le naturali capacità di guarigione dei tessuti umani e, quando un individuo è sottoposto a terapie manuali, fisioterapiche e similari, consente di prolungare i benefici della terapia tra una sessione e la successiva. Scopriamo di più di questo strumento.
Il Kinesio Tex Tape
Questo strumento è il Kinesio Tex Tape, ideato alla fine degli anni ’70 del secolo scorso dal dottor Kenzo Kase: completamente privo di lattice, ipoallergenico, è un elastico prodotto in cotone al 100% con un adesivo 100% in acrilico farmaceutico che ne consente un uso prolungato nel tempo.
Il dottor Kaze non si è però limitato a ideare lo strumento, ma ha messo insieme anche un metodo, il cui sviluppo è proseguito, e prosegue ancora, grazie al lavoro della Kinesio Taping Association International (KTAI).
A differenza di altri Tape nati successivamente, la filosofia della associazione fondata dal dottor Kaze è insegnare a fisioterapisti, chiropratici, osteopati, massoterapisti, pediatri, medici e così via le diverse tecniche di utilizzo del Tex Tape stesso.
«Ognuna di queste tecniche – sottoliena il dottor Stefano Frassine, fisioterapista ortokinetico e responsabile europeo della KTAI – ha uno specifico obiettivo terapeutico, uno specifico range di tensione da dare al Tex Tape e una specifica tecnica applicativa. L’idea è di mettere al centro il binomio operatore/paziente, nel senso che la scelta della applicazione su un paziente dipenderà dalla valutazione che l’operatore farà, evidenziando gli obiettivi terapeutici da perseguire in quel dato momento su quel dato paziente ed applicando il tape di conseguenza».
Questa formazione fa sì che coloro che seguono i corsi dell’associazione, che si tengono anche in Italia regolarmente, possono essere validi collaboratori dei professionisti sanitari.
«Il Kinesio Tex Tape è infatti adatto – sottolinea ancora il dottor Frassine – a tutte le tipologie di pazienti, dallo sportivo agonista al corridore della domenica, dai bambini agli anziani».
Tanto che nel tempo sono stati creati dei prodotti ad hoc, adatti per esempio alle fasce di età più fragili, o a soggetti con pelle particolarmente sensibile. Altro aspetto interessante di questo strumento e del suo metodo associato è l’importanza data dalla KTAI alla sperimentazione scientifica.
Testare l’efficacia di un particolare tape sul dolore post-operatorio
Tra le varie sperimentazioni attualmente in atto, ce n’è una che riguarda un nuovo prodotto: il Kinesio Tex Tape sterile.
«Si tratta di un Tex Tape ideato circa 2 anni fa e non ancora in commercio, dal momento che ne stiamo testando le potenzialità e l’efficacia. In particolare, i nostri trial, che si stanno svolgendo in due cliniche universitarie, una in Germania e l’altra Stati Uniti, prevedono l’applicazione di Kinesio Tex Tape sterile in sala operatoria, ovviamente una volta chiusa e protetta la ferita, al fine di valutare la sua azione sul dolore post-operatorio e la conseguente diminuzione di assunzione di farmaci antidolorifici. Questo prodotto fa parte della famiglia delle tecniche EDF, che sta per “Epidermis, Dermis, Fascia”, un insieme di tecniche ideate nel 2011 per stimolare l’epidermide, il derma e la reazione fasciale».
La cosa interessante è che la KTAI avrebbe interesse a iniziare un trial anche in Italia. «Per questo, siamo alla ricerca di chirurghi ortopedici, cardiochirurghi o chirurghi addominali che siano interessati a sviluppare un percorso con noi», sottolinea il dottor Frassine. Da italiana, mi piacerebbe molto che la classe medica desse una opportunità a questo strumento. In ambito chirurgico, ma non solo. Esiste però una sorta di forbice, sottolineata ancora dal dottor Frassine: «mentre gli operatori sanitari sono molto interessati ad apprendere le tecniche del Kinesio Tex Taping, riconoscendone la qualità e gradendo anche il percorso formativo, la parte amministrativa fa più fatica».
Un vero peccato, perché l’innovazione avanza e il Kinesio Tex Tape fa certamente parte di questo processo che porta la sanità sempre più vicino alle esigenze del paziente, sostenendolo e dandogli anche credito. E sono sempre di più i pazienti che gradirebbero, quando possibile, rivolgersi a metodi più naturali di quelli prettamente farmacologici.
Stefania Somaré