Basato sul principio che sulla mano ci sono punti riflessi di ogni parte del corpo, il metodo utilizza una stimolazione di pressione su determinati punti della mano, importanti per la gestione del dolore. Il metodo è testato in uno studio randomizzato.

La medicina tradizionale coreana, similmente a quella cinese, utilizza da sempre agopuntura, pressione di punti riflessi e moxibustione come strumenti di cura. Oggi molte di queste pratiche vengono testate in studi clinici randomizzati per valutarne l’efficacia.

Per esempio, di recente la rivista BMC Complementary Medicine and Therapies ha pubblicato uno studio coreano randomizzato che mette alla prova l’efficacia delle terapie tradizionali, e in particolare la pressione di punti specifici sulla mano, nel gestire il mal di schiena cronico nell’anziano.
Il metodo viene considerato particolarmente utile in questi casi perché molto semplice da apprendere e somministrare anche da parte di un infermiere domiciliare.

Nello specifico sono stati reclutati 51 pazienti, 27 nel gruppo di studio sottoposto ad agopuntura, pressione con bastoncini e maxicombustione in punti utili al trattamento del dolore cronico di schiena, mentre 24 alle stesse pratiche ma in zone della mano differenti. In entrambi i casi il percorso è durato sei settimane.

Il metodo coreano

Prima di scoprire se lo studio ha dato esiti positivi o meno, scendiamo nel dettaglio del metodo utilizzato. Anzitutto, vediamo quali sono i punti utilizzati per trattare il mal di schiena cronico nell’anziano, in tutto 11. Si tratta del punto riflesso per: rinforzare i muscoli addominali intorno all’ombelico e alla vita e la muscolatura epatica, migliorare la funzione del fegato, dei reni e dell’intestino e agire sulla zona lombare.

Gli ultimi due punti hanno invece una funzione chiropratica diretta sul mal di schiena e sulle vertebre lombari. Interessante osservare che la medicina tradizionale coreana non prende in considerazione solo la muscolatura coinvolta nel dolore lombare, ma anche la funzionalità degli organi ospitati nell’addome.

I punti non devono essere stimolati direttamente dall’infermiere, ma da patch di alluminio con piccole protuberanze della dimensione di semi: una volta posizionati correttamente, questi possono agire anche per 4 ore di fila. Inoltre, vengono stimolate entrambe le mani. La terapia è stata somministrata una volta la settimana per un totale di sei volte.

In questo caso, il lavoro è stato svolto ambulatorialmente: ogni volta andava infatti testata la soglia del dolore del paziente nei punti utilizzati, per evitare di esagerare con la pressione.

Il metodo funziona

Prima di avviare la terapia, i pazienti sono stati valutati per l’intensità del dolore provato e hanno risposto a un questionario relativo alle abitudini di vita, chiamato K-ODI. Le stesse valutazioni sono state effettuate alla fine dei sei incontri.

Il confronto tra il gruppo di studio e quello di controllo permette di confermare che la terapia pressoria tradizionale funziona sia nel ridurre l’intensità del dolore di schiena, sia nel migliorare la disabilità associata. Questi metodi tradizionali sono ancora poco utilizzati in Italia e in altre aree del mondo, sebbene vi siano prove di efficacia. 

Studio: Park H, Lee H. Effects of hand-press pellet on pain and daily life of elders with chronic lower back pain: randomized controlled trial. BMC Complement Med Ther. 2024 May 3;24(1):182. doi: 10.1186/s12906-024-04481-7. PMID: 38702676; PMCID: PMC11067148