La lussazione di spalla è un trauma relativamente frequente tra gli atleti o gli amatori che praticano sport di contatto, come il rugby e il calcio, ma anche caratterizzati da rischio di caduta, come la ginnastica, la pallavolo e lo sci. Da non dimenticare, poi, il rischio di lussazione associato agli sport da lancio.

Spesso i soggetti che incorrono nella lussazione della spalla presentano difetti nella glena (costitutivi o formatisi nel tempo) che possono facilmente determinare un fallimento clinico e recidive. Ci sono studi che dimostrano come vi sia un rischio di recidive superiore al 60% nei soggetti con difetti della glena, percentuale che scende al 4% in chi non li ha.

Da qui l’idea di un team cinese di verificare l’efficacia della stampa 3D nel realizzare protesi in titanio da utilizzare nella ricostruzione della glena in soggetti con difetti ossei e ricorrenza di lussazione. Lo studio, “Reconstruction of recurrent shoulder dislocation with glenoid bone defect with 3D-printed titanium alloy pad: outcomes at 2-year minimum follow-up“, è stato pubblicato su BMC Musculoskeletal Disorders.

La protesi utilizzata

Il lavoro è di tipo retrospettivo e va a rivalutare gli esiti di 12 pazienti sottoposti a ricostruzione 3D della spalla presso il Chenggong Hospital della Xiamen University, a Xiamen City. I pazienti hanno un’etĂ  media di poco superiore ai 21 anni e sono stati mediamente seguiti con un follow up di 27.6 mesi.

La protesi del cuscinetto glenoideo utilizzata è stampata in 3D, come anticipato, e consiste di una protesi della colonna e della superficie articolare. La colonna ha un diametro standard di 4.5 millimetri, mentre la lunghezza è personalizzata in base alla struttura della glena di ogni paziente.

La superficie delle componenti protesiche è porosa, per favorire la migrazione delle cellule native e la guarigione biologica della protesi. L’intervento chirurgico di impianto della protesi è stato seguito da una prima fase di immobilizzazione, durata 4 settimane, per favorire la guarigione dei tessuti, seguita da una seconda fase di riabilitazione, inizialmente composta da movimenti attivi del gomito, del polso e della mano e passivi della spalla.

Solo a partire dalle 6 settimane post-operatorie i pazienti hanno iniziato un training attivo della spalla, per rinforzare la muscolatura, fino a che, intorno all’ottava/nona settimana, hanno potuto riprendere anche gli esercizi specifici del proprio sport e, con calma, l’attivitĂ  agonistica. 

La protesi migliora funzionalitĂ  della spalla e ne ricostituisce la naturale curvatura

La bontĂ  e la sicurezza della protesi sono state valutate con una serie di score, in primis l’“American Shoulder and Elbow Surgeons (ASES) shoulder”, lo score Rowe, che valuta l’instabilitĂ  di spalla, e lo score Constant, tutti misurati prima dell’intervento e poi a 3, 6, 12 e 24 mesi.

Tutti e tre questi score hanno visto miglioramenti nel post-operatorio: ASES si è attestato in media su 87.91 ± 3.47, partendo da 46.79 ± 6.45, mentre il Rowe è passato da 22.5 ± 12.34 a 90.83 ± 4.69 e il Constant da 56.58 ± 7.59 a 90.17 ± 1.89. Importanti miglioramenti si sono avuti anche nel dolore percepito, ridotto sensibilmente dopo l’intervento.

Inoltre, immagini ottenute con la Tomografia Computerizzata 3D mostrano che la protesi si è fusa con la glena, ricostituendone la curvatura naturale nella direzione antero-posteriore. Similmente, la risonanza magnetica dimostra che la testa dell’omero a contatto con l’articolazione è intatta, anche a 2 anni dall’intervento.

Questi risultati supportano l’efficacia della tecnica, capace di ridurre le recidive, per maggior soddisfazione del paziente ma anche dell’equipe di cura, senza dimenticare l’impatto positivo sul sistema sanitario.

Studio: Huang, D., Ye, Z., Wang, J. et al. Reconstruction of recurrent shoulder dislocation with glenoid bone defect with 3D-printed titanium alloy pad: outcomes at 2-year minimum follow-up. BMC Musculoskelet Disord 25, 29 (2024).