L’artrosi di polso rappresenta l’8% di tutte le forme artrosiche localizzate nell’arto superiore, si presenta per lo più come forma secondaria a traumi o malattie metaboliche, in primis l’artrite reumatoide.

I sintomi più frequenti sono dolore, rigidità e perdita di forza a carico dell’articolazione, con deterioramento della qualità di vita. Tuttavia, i pazienti sopportano spesso meglio l’artosi di polso rispetto ad altre localizzazioni, giungendo dal medico quando la sintomatologia è già molto intensa. L’iter terapeutico tradizionale vede l’uso di antinfiammatori steroidei e di stent.

Un recente studio randomizzato svedese, (Effects of a neuromuscular joint-protective exercise therapy program for treatment of wrist osteoarthritis: a randomized controlled trial) pubblicato su BMC Musculoskeletal Disorders, valuta gli effetti di una riabilitazione neuromuscolare sui sintomi della patologia. 48 i pazienti arruolati, divisi in due gruppi: quello di studio, con programma domiciliare di terapia fisica neuromuscolare di protezione articolare, e quello di controllo, con un programma incentrato solo sul range of motion articolare. In entrambi i casi la durata del programma è di 12 settimane.

Gli autori hanno fornito, inoltre, a ogni partecipante un depliant con informazioni di fisiopatologia sull’artrosi di polso, il razionale sotteso agli esercizi proposti e una serie di strategie da applicare alla vita quotidiana, compreso l’uso di una posizione neutra del polso in tutte le attività quotidiane.

A tal fine, i partecipanti hanno anche ricevuto un tutore da usare durante le attività che provocano dolore, ma anche di notte, se necessario. Alla fine del periodo, 41 pazienti sono stati sottoposti a una serie di verifiche, mentre gli altri 7 hanno abbandonato lo studio.

I soggetti sono stati tutti arruolati dal Dipartimento di Chirurgia della Mano dell’Ospedale associato all’Università di Skåne, a Malmö, un ospedale di terzo livello che è anche punto di riferimento per l’artrosi di polso e mano di tutta la regione meridionale della Svezia, coprendo circa 1.9 milioni di abitanti. 

Esiti del programma neuromuscolare

Gli autori si sono concentrati, come primo outcome, su dolore e funzionalità del polso, a tal fine hanno utilizzato la versione svedese del questionario “Patient-Rated Wrist Evaluation” (PRWE).

Questa prima valutazione non ha fornito alcuna indicazione, dato che gli autori non hanno trovato differenze significative né tra i due gruppi a 12 settimane, né rispetto ai valori di partenza.

Gli outcome secondari scelti dal team sono la forza di presa, il range of motion del polso, la scala per il dolore “Numerical Pain Rating” (NPRS), l’indice “Disabilities of the Arm, Shoulder, and Hand” (DASH) e la scala “Generalized Self-Efficacy” (GSES). Tra questi, l’unico indice a mostrare differenze tra i due gruppi dopo le 12 settimane di allenamento è il DASH. Se si considerano i risultati tra inizio e fine programma nel gruppo di studio, si vedono miglioramenti sia nel range of motion articolare che nella scala NPRS.

Diversità si notano, invece, per il gruppo di controllo nel GSES e nella forza di presa, anche se con valori non significativi dal punto di vista statistico. 

Considerazioni per futuri studi

Nella sezione dello studio dedicata alla discussione gli autori si chiedono come mai gli esercizi protettivi neuromuscolari risultano efficaci nell’artrosi di anca e ginocchio ma non mostrano altrettanta efficacia in quella di polso. Gli autori pensano che l’essersi concentrati solo sul polso abbia fatto perdere di vista il distretto corporeo nel suo complesso: per questo programmano di effettuare nuovi studi includendo tutto l’arto superiore nel processo di rinforzo muscolare.

È infatti possibile che se la tecnica funziona nell’anca e nel ginocchio è anche perché i pazienti inseriti nei programmi per l’artrite di queste articolazioni spesso vengono anche messi a dieta per raggiungere un normopeso e ridurre lo stress a carico delle articolazioni stesse: esiste quindi un effetto più sistemico che in questo studio non è presente.

Inoltre, come già accennato prima, i pazienti con artrite di polso spesso si recano dal medico quando l’artrite è già avanzata. Tuttavia, ottenere esiti su articolazioni già altamente danneggiate è più difficile che farlo su articolazioni con poca artrite. Ultimo aspetto da migliorare è la personalizzazione del programma riabilitativo, assente in questo studio, dove gli esercizi prescritti sono invece standardizzati. Tutte queste osservazioni richiedono ulteriori studi per essere valutate nel dettaglio. 

Studio: Larsson, S.L., Ekstrand, E., Dahlin, L.B. et al. Effects of a neuromuscular joint-protective exercise therapy program for treatment of wrist osteoarthritis: a randomized controlled trial. BMC Musculoskelet Disord 25, 38 (2024).