La lombalgia è una patologia multifattoriale caratterizzata da componenti anatomiche e psicosociali e può degenerare in dolore cronico e invalidante. Non a caso è una tra le prime cause di assenteismo dal posto di lavoro, il che implica costi sociali elevati.
Come per ogni altra patologia, la ricerca sta cercando di individuare percorsi terapeutici efficaci, ma perché ciò sia possibile occorrono modelli di riferimento adeguati.
Secondo un team di ricerca iraniano, riuscire a valutare gli effetti di un dispositivo terapeutico sul dolore lombare e sullo schema del passo richiede un approccio che dia informazioni sul sistema di movimento e non solo sulla colonna vertebrale (Hekmatfard M, Sanjari MA, Maroufi N, Saeedi H, Ebrahimi-Takamjani I, Behtash H. Revisiting the lumbosacral orthosis from the perspective of dynamical systems theory: a preliminary randomized clinical trial on patients with chronic low back pain. Prosthet Orthot Int. 2021 Jun 11. doi: 10.1097/PXR.0000000000000020. Epub ahead of print. PMID: 34127624).
Gli autori hanno quindi avviato uno studio clinico preliminare randomizzato per valutare la capacità di un approccio di sistema sulla valutazione di due differenti percorsi terapeutici per il mal di schiena lombare: uno percorso puramente fisioterapico e uno affiancato all’uso di un tutore lombosacrale. In entrambi i casi, il percorso è durato tre settimane.
In tutto sono stati coinvolti 24 pazienti, allocati in modo casuale in uno dei due percorsi. La complessità del passo di ogni paziente è stata calcolata con una analisi non lineare prima e dopo l’intervento.
Concluse le tre settimane di terapia i soggetti sono stati sottoposti a un ten minutes walk: il numero di passi medio effettuati è stato di 496. Gli autori non hanno evidenziato alcuna differenza significativa nella complessità del passo dei due gruppi.
Cosa significa questo risultato? Secondo gli autori potrebbe essere indicare che gli attuali obiettivi terapeutici per il mal di schiena lombare, focalizzati sulla colonna e non su un approccio di sistema, possono essere inadatti a migliorare la patologia. Ecco perché, suggeriscono, sarebbe meglio che gli specialisti in fisiatria e ortesi si focalizzassero sul singolo individuo e le sue caratteristiche e non solo sul dolore alla schiena. In questo modo, probabilmente si potrebbero raggiungere risultati migliori.
In effetti, è noto che i circuiti del dolore sono estremamente complessi e vengono influenzati, come accennato sopra, da vari aspetti, non ultimo quello emotivo.
Ci sono evidenze, per esempio, che chi soffre di mal di schiena lombare ha una propensione all’ansia e alla depressione… ecco perché è una patologia che colpisce soprattutto le donne. Ma non solo: questo tipo di mal di schiena può insorgere a seguito di eventi traumatici.
Inoltre, è dimostrato che, anche in presenza di ragioni anatomiche, spesso il dolore persiste anche una volta che queste vengono curate. Per queste e altre ragioni, è importante non tralasciare nessun aspetto quando si ha a che fare con questi pazienti.
Stefania Somaré