Utile per il recupero del movimento, si basa su eserciziio terapeutico di allungamento e rinforzo muscolare e sull’educazione del paziente, che deve imparare a percepire il movimento e a superare la paura di sentire male.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità entro il 2050 nel mondo ci saranno 843 mila casi di lombalgia. In Italia, nel frattempo, sono circa 2 milioni i soggetti con lombalgia persistente… e il numero potrebbe essere sottostimato.
Come sottolinea Mattia Bisconti, presidente del Gruppo di Terapia Manuale e Fisioterapia Muscoloscheletrica (GTM) di dell’Associazione Italia di Fisioterapia: “il mal di schiena è un sintomo che molto spesso si associa a dolore, rigidità, riduzione della quantità e della qualità dei movimenti e della velocità con cui questi vengono eseguiti. Di conseguenza può influenzare la possibilità della persona di svolgere le normali attività della vita quotidiana, quelle professionali e quelle ludico-ricreative, impattando, nei casi di dolore persistente e recidivante, in modo importante sulla qualità di vita”.
La fisioterapia è uno strumento utile per approcciare la lombalgia e dovrebbe costituire il primo approccio conservativo. Ma quale fisioterapia?
Il ruolo della componente psico-emotiva
Sempre Bisconti spiega quali sono gli esercizi più utili per la lombalgia: “la fisioterapia si occupa di restituire il movimento alla schiena, e può essere davvero la prima strategia per recuperare il movimento. Tra quelle più consigliate vi sono l’esercizio terapeutico e l’educazione al movimento, una strategia a cui si fa ricorso per ridurre i livelli di apprensione, la paura eccessiva e irrazionale del movimento e, in generale, tutte le manifestazioni psico-emotive che possono portare alla cronicizzazione del mal di schiena.
Il fisioterapista può essere dunque il professionista sanitario di primo contatto che aiuta a capire perché si ha mal di schiena, come curarlo, come prevenire episodi futuri e recuperare qualità del movimento, attraverso esercizi terapeutici di flessibilità, forza e resistenza”. Importante la connessione tra fisioterapista e medico di medicina generale.
Fisioterapista o IA
Le ultime linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità evidenziano l’importanza della presa in carico della lombalgia già in un contesto di medicina primaria, il che richiede la collaborazione tra medico e fisioterapista.
Spiega Simone Cecchetto, presidente di AIFI: “la valorizzazione del ruolo della fisioterapia in un contesto di medicina primaria può contribuire a dare risposte più veloci ed efficienti ai cittadini, oltre a ridurre i costi sanitari e sociali, come peraltro già dimostrato da diversi studi. Ciò prevede l’avvio di nuovi modelli di integrazione funzionale con i diversi specialisti potenzialmente coinvolgibili nei percorsi, come fisiatri, reumatologi, ortopedici, neurochirurghi e psicologi”.
Che dire, invece, dell’uso delle applicazione dotate di intelligenza artificiale generativa per ottenere consigli rispetto alla gestione del mal di schiena? Risultati di studi già pubblicati in Letteratura evidenziano come queste app offrano consigli corrispondenti a quelli delle linee guida o dei professionisti solo nel 30% dei casi. Il che significa che il 70% delle volte le indicazioni fornite sono errate o insufficienti. Quindi vale ancora la pena di rivolgersi a un esperto in carne e ossa.