Secondo dati Istat, i disabili motori in Italia sono più di un milione, di cui circa 600mila in carrozzina, con una maggioranza di donne (58,8%, pari allo 0,7% dell’intera popolazione) rispetto agli uomini (0,5% dell’intera popolazione). I giovani in carrozzina d’età compresa tra 0 e 18 anni sono lo 0,1%, ma il valore è destinato ad aumentare tra gli adulti, arrivando allo 0,4% dell’intera popolazione, per salire ancora negli over 65, tra i quali circa 400mila utenti ricorrono a questo ausilio. In tutti i casi, se escludiamo gli utenti che usano la carrozzina in modo sporadico, individuare un sistema di postura in grado di garantire il massimo è fondamentale. Antonio Spagnolin, fisioterapista operativo presso l’Unità Spinale di Sondalo (SO), si occupa di carrozzine e sistemi di postura da oltre vent’anni. «Un sistema di postura personalizzato ha diversi vantaggi, dal punto di vista non solo fisico ma anche psicologico. Purtroppo, sono ancora frequenti casi di disabili in sedia a rotelle con una postura tutt’altro che confortevole e funzionale».
Meno disagi
Qual è il vantaggio di una postura migliore? «Pensiamo a chi ha una disabilità motoria grave e passa diverse ore al giorno se non l’intera giornata in carrozzina. Alcune di queste persone non sono in grado di cambiare posizione, altre lo fanno ma in modo incontrollato. Ricercare il miglior comfort di seduta possibile permetterà loro di affrontare la giornata con maggiore serenità senza i dolorosi disagi causati da una postura sbagliata, che inducono a chiedere spesso il cambio di posizione a chi assiste. Una buona postura facilita la mobilità funzionale e permette al paziente di usare gli arti superiori per svolgere un’attività, o gli consente di sfruttare al meglio la mobilità residua e impiegarla, per esempio, per manipolare il joystick per la guida e il controllo del sistema di postura. Un adeguato sistema di postura consente al disabile di offrire una buona immagine di sé e ciò è fondamentale per instaurare normali rapporti interpersonali».
Prevenire le deformità
Un altro significativo vantaggio di un buon sistema di postura è la prevenzione delle deformità conseguenti a una prolungata postura asimmetrica. «Un sistema posturale non può certo fare miracoli», continua Spagnolin, «non può correggere deformità già presenti né può prevenire quelle che potranno comparire nel decorso di talune patologie. Un sistema di seduta può però evitare deformità dovute a un atteggiamento posturale asimmetrico; esso può mitigare il peso delle deformità e consentire una posizione confortevole e funzionale. Una scoliosi molto accentuata con gibbo costale pronunciato può comportare, per esempio, un evidente crollo laterale del paziente. Un adeguato sistema di postura che accolga la deformità è in grado di evitare tale crollo, favorendo una postura seduta più accettabile e anche molto più vicina al normale per quel che riguarda la nostra percezione visiva. Sempre a livello di prevenzione, infine, non è trascurabile l’attenuazione del rischio di sviluppare piaghe da decubito, problema purtroppo ricorrente per quanti si trovano su una carrozzina».
Seduto per il 90% del tempo
«Spesso equipariamo la carrozzina alle gambe di una persona normodotata, che come queste garantisce il movimento, la capacità di spostarsi», continua Spagnolin. «Se in parte l’analogia è corretta, va però sottolineato che il disabile per circa il 90% del suo tempo usa la carrozzina non come veicolo ma come sedia, quindi per stare fermo e seduto. Questo fatto rende ancora più evidente l’importanza di fornire al disabile un sistema di postura che gli permetta di trovarsi a proprio agio; un sistema di postura specificamente concepito in alcuni casi gravi potrà essere integrato da un’ortesi di tronco (corsetto) e da farmaci antispastici. Non ultima, infine, la chirurgia ortopedica può dare un contributo importante in presenza di deformità che configgano con la postura seduta».
Comodità e stabilità
Che cosa dobbiamo chiedere a un sistema di postura? A quali condizioni si può ritenerlo adatto a chi deve usarlo? «La qualità principale è la comodità», precisa Spagnolin. «Non sentire dolore e sentirsi comodi induce uno stato di benessere che predispone ai rapporti interpersonali e alle attività funzionali. Un buon comfort comporta anche la normalizzazione del tono, fattore non trascurabile in caso, per esempio, di lesione encefalica, che porta a irrigidirsi se la postura è scomoda». La stabilità è la seconda imprescindibile prerogativa di un sistema posturale. «La persona disabile deve sentirsi sicuro di non cadere e poter cambiare la posizione quando lo desidera, così non sprecherà risorse per mantenersi seduta. Le risorse buttate in ancoraggi e irrigidimenti inficiano la vita di relazione. Alla stabilità segue il beneficio di usare meglio i movimenti funzionali residui senza paura di cadere: difficilmente chi è mal posto in carrozzina allontanerà le braccia dal tronco, temendo di sbilanciarsi».
Roberto Tognella