Tra le varie tecniche friendly che vengono messe a punto per trattare le curve scoliotiche di pazienti giovani in modo rispettoso della struttura e della flessibilità della colonna c’è anche la Vertebral Body Tethering (VBT), tecnica che punta a modulare la crescita per rimodellare la forma stessa della vertebra e quindi la curva.

In virtù della sua flessibilità, la tecnica è considerata ottimale per ridurre il rischio di degenerazione vertebrale in questi pazienti, ma di fatto non si è mai valutato a fondo l’impatto di questa chirurgia sui dischi e sulle faccette articolari.

Ci ha pensato un team di ricerca turco che ha coinvolto 25 pazienti di età media 12.2 anni, con follow-up medio di 38.6 ±10.6 mesi e uno stadio di Sander medio di 3.
Nel campione preso in esame, la curva toracica prima dell’intervento era 46°±7.7°, diventata poi 23.3°±5.9° dopo l’intervento e portata a 12° ±11.5° nel periodo di follow-up.
Per valutare l’impatto della tecnica sui dischi paravertebrali e sulle faccette articolari gli autori hanno preso in considerazione le immagini di risonanza magnetica precedenti l’intervento e quelle del follow-up: il confronto non ha evidenziato differenze significative, confermando che la Vertebral Body Tethering (VBT) è sicura.

Tuttavia, il basso numero di pazienti preso in considerazione suggerisce di effettuare verifica anche su coorti più ampie e con follow-up più lunghi.

Stefania Somaré