Ipercifosi, quale trattamento?

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Ipercifosi, quale trattamento?L’ipercifosi o dorso curvo può avere cause congenite o genetiche e può essere curato attraverso opportuni presidi ortopedici quando la tendenza è verso il peggioramento del quadro clinico.
Per dorso curvo o ipercifosi si intende l’accentuazione sul piano sagittale della cifosi fisiologica. Spesso asintomatica, l’ipercifosi può avere cause congenite e genetiche.

La terapia è quasi sempre conservativa, attraverso la prescrizione di un corsetto ortopedico, quando il quadro clinico presenta evolutività e il valore angolare supera i 45 gradi. Ne abbiamo parlato con Lucio Palmiero, responsabile di Modulo Scoliosi e Patologia Vertebrale della Fondazione Don Carlo Gnocchi Irccs Milano.

Pierre Stagnara, noto ortopedico francese, ha definito i parametri della cifosi fisiologica sul radiogramma laterolaterale eseguito in pazienti in piedi. I range di normalità sono compresi tra 25° e 45°; per valori inferiori si parla di dorso piatto, mentre oltre i 45° si è in presenza di ipercifosi.
Questi parametri devono sempre essere considerati indicativi perché possono variare sensibilmente anche in funzione dell’habitus psicologico dell’individuo: la persona timida ha la tendenza a chiudersi su se stessa, come spesso la ragazzina nell’età dello sviluppo sessuale.

Lucio Palmiero

Le diverse forme dell’ipercifosi

Parlando di classificazione, possiamo distinguere le ipercifosi congenite: la vertebra “conformata male” che causa un aumento della curvatura laterale della schiena. Tra le congenite distinguiamo ulteriormente quelle legate ad anomalie di formazione, di segmentazione dei metameri vertebrali dalle acquisite come le rachitiche e le spondilitiche. Esistono poi cifosi genetiche, le cosiddette cifosi idiopatiche e le cifosi osteocondrosiche.

L’ostecondrosi è una malattia dell’accrescimento dovuta a una sofferenza della cartilagine articolare della vertebra. La cifosi osteocondrosica colpisce quei nuclei accessori, quelle apofisi anulari (ring apofisis) che sono visibili in epoca di accrescimento lungo il margine inferiore e superiore dei corpi vertebrali.

Dal punto di vista radiografico è visibile la frammentazione, si vede lo spostamento anteriore dei nuclei accessori di ossificazione dei corpi vertebrali a seguito del quale la vertebra tende a cuneizzarsi. Un altro fenomeno riscontrabile dalla radiografia è la presenza delle cosiddette ernie intraspongiose di Schmorl, impronte scodelliformi lasciate dal nucleo polposo. Questa forma di ipercifosi colpisce i maschi rispetto alle femmine con la frequenza di tre a uno e in particolare i giovani adolescenti tra gli undici e i tredici anni di età.

Come la cifosi idiopatica, l’ostecondrosi vertebrale è geneticamente determinata, con una spiccata predilezione familiare e penetranza in discendenti collaterali. La sede più colpita è il segmento toracico, anche se si possono trovare con minore frequenza lesioni anche nel passaggio toracolombare e meno probabilmente in quello lombare.
Altra espressione di questa patologia è l’ipercifosi stenica, che è legata a lassità legamentosa a ipotonia muscolare soprattutto di quegli erettori della colonna. Una forma spesso associata a problemi psicologici, come in chi è timido o ha una scarsa autostima.
L’ipercifosi astenica è una cifosi non strutturale, a differenza di quella osteocondrosica e di quella idiopatica, che sono scarsamente riducibili e richiedono presidi particolari.

L’ipercifosi è spesso asintomatica

L’ipercifosi astenica non dà sintomi, al contrario dell’ipercifosi osteocondrosica e dell’ipercifosi idiopatica, le quali in circa il 20% dei casi, come ha evidenziato Scheuermann, possono dare qualche dolore.
È invece presente la deformità, talvolta ingravescente. Per la misurazione clinica di tale deformità si utilizza un filo a piombo che parte da C7 e scende lungo il solco intergluteo. Misurando la distanza tra la settima vertebra cervicale e il filo a piombo, e lo stesso facendo nel punto di massima concavità della lordosi, è possibile individuare un valore.
Se quest’ultimo risulta alterato è conveniente effettuare un’indagine radiografica e ricavare un valore angolare attraverso il metodo di Cobb, utilizzato anche nella misurazione della scoliosi idiopatica.
Quando il valore angolare ricavato supera i 45° parliamo di dorso curvo. Se vi è una tendenza al peggioramento, sarà importante cercare di arrestare, correggere e stabilizzare l’ipercifosi attraverso un presidio ortesico.

Presidi ortopedici ad hoc

Come il Maguelone, un corsetto bivalva che si caratterizza per una spinta sacrale e una mediana, da applicare alla cifosi, e delle spinte claveari che fanno da contro spinta alla spinta posteriore mediana.
Ci sono anche corsetti di iperestensione lombare indicati per la cifosi osteocondrosica quando questa interessa il passaggio toraco-lombare o la regione lombare.

Anche in questo caso, alla spinta in estensione dorso-lombare devono corrispondere opportune spinte claveari.

Il corsetto è il più delle volte risolutivo, intendendo con questo termine non la risoluzione della patologia bensì la stabilizzazione del tronco e il raggiungimento di un buon assetto cosmetico.
Il corsetto va indossato per un tempo sufficientemente lungo stabilito in relazione soprattutto allo specifico quadro clinico e al grado di maturazione scheletrica.

L’indicazione chirurgica è necessaria soltanto nei casi particolarmente gravi. Si tratta di un intervento complesso perché prevede l’accesso anteriormente per la stabilizzazione delle curve. Un’operazione impegnativa quindi da destinare a centri altamente specializzati e a situazioni ben definite.

Elisa Papa