Infiltrazioni con steroidi e rischio d’infezione periprotesica

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Le infiltrazioni di steroidi sono storicamente utilizzate per trattare l’infiammazione locale del ginocchio, anche in casi di gonartrosi, sebbene negli ultimi anni siano stati pubblicati studi che ne dimostrano non solo l’inefficacia nel trattare il sintomo doloroso ma anche il rischio associato di velocizzare la progressione dell’artrosi stessa, favorire l’insorgenza di necrosi avascolare e perdita di massa ossea.

Questi esiti hanno convinto l’American Academy of Orthopedic Surgeons ad abbassarne il  livello di raccomandazione. Esiste anche il dubbio (non provato però) che i pazienti trattati con queste infiltrazioni abbiano un rischio maggiore di sviluppare infezione periprotesica a seguito di intervento di artroplastica totale di ginocchio.

La scarsa chiarezza in questo ambito è legata anche alla difficoltà di allestire studi abbastanza robusti da portare a un risultato certo.
Benché sia considerata tra le complicanze più nefaste di artroplastica totale di ginocchio, l’infezione periprotesica ha un’incidenza bassa, compresa tra 0,5% e 1,8%, quindi i pazienti da includere negli studi sono pochi.

Un team di ricerca coreano ha allestito una review sistematica dei lavori già pubblicati, completandola con una metanalisi. Gli studi di partenza sono 14, per un totale di 113.032 pazienti, che hanno ricevuto infiltrazioni di steroidi e 256.987 presi invece come controllo.

Dal momento che nessuno del lavori selezionati è randomizzato e controllato, gli autori hanno utilizzato il Cochrane-recommended Risk of Bias in Non-randomized Studies of Intervention (ROBINS-I) per valutarne la robustezza e hanno così potuto verificare un rischio moderato di bias solo per due studi, ma nessun rischio alto.

Ciò li ha portati a inserire i 14 gli studi nel proprio lavoro. Inoltre, per mitigare gli effetti dell’eterogeneità tra i vari studi, gli autori hanno utilizzato un modello random forest. Conclusi questi primi passaggi, i ricercatori hanno quindi verificato non solo se ci sia una relazione tra infiltrazione di steroidi e infezione periprotesica successiva ad artroplastica, ma anche se vi sia un intervallo di tempo entro il quale sono sicure.

Ed ecco i risultati. Anzitutto, gli autori hanno individuato una stretta relazione tra infiltrazioni di steroidi e occorrenza di infezione periprotesica, dando come limite di rischio i tre mesi precedenti l’impianto.
Dato, però, che nessuno degli studi selezionati ha preso in considerazione un lasso di tempo maggiore, gli autori suggeriscono di considerare a rischio i sei mesi prima dell’intervento.
Questo risultato – sottolineano gli autori nella loro discussione – è in linea con quanto già evidenziato da precedenti studi basati su un campione sufficientemente grande di pazienti. L’indicazione offerta da questa review coreana permette di decidere se e quando utilizzare le infiltrazioni di corticosteroidi su pazienti con gonartrosi.
Lo studio è stato condotto presso il Chungnam National University Sejong Hospital.

(Lo studio: Kim, Y.M., Joo, Y.B. & Song, JH. Preoperative intra-articular steroid injections within 3 months increase the risk of periprosthetic joint infection in total knee arthroplasty: a systematic review and meta-analysis. J Orthop Surg Res 18, 148 (2023). https://doi.org/10.1186/s13018-023-03637-4)