Infezione di protesi: valutare la terapia usando l’imaging

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L’infezione alla protesi è uno problemi dei più gravi che possono emergere a seguito di un intervento di protesizzazione perché richiede di togliere la protesi infetta, ripulire la sede ed eliminare l’infezione, per poi proseguire con un secondo intervento.
Tutto ciò ha costi elevati per i pazienti, in termini di pazienza e dolore, e per le strutture ospedaliere, in termini economici.

Un team svedese (Johan Teiler, Marcus Ahl, Börje Åkerlund et al. Is 99mTc-HMPAO-leukocyte imaging an accurate method in evaluating therapy result in prosthetic joint infection and diagnosing suspected chronic prosthetic joint infection?. The Quarterly Journal of Nuclear Medicine and Molecular Imaging) ha cercato di capire quale ruolo può avere l’imaging dei leucociti nel valutare se l’efficacia della terapia utilizzata per ogni paziente, tanto in caso di presenza diagnosticata di infezione quanto quando vi sia il sospetto di un’infezione cronica.

Nello studio sono stati coinvolti 62 pazienti (per un totale di 63 articolazioni), che sono stati divisi in due gruppi: uno di 49 pazienti, ancora sotto antibiotico o che hanno finito la terapia da non più di 14 giorni; uno di 13 pazienti, esaminati una volta concluso il trattamento per sospetta cronicità dell’infezione, quindi o in assenza di antibiotico oppure all’inizio del nuovo ciclo di terapia.

I ricercatori hanno preso in considerazione vari approcci alla scintigrafia 99mTc-HMPAO-leukocyte: immagini planari, immagini del midollo spinale, SPECT/CT imaging.
Per ogni articolazione sono stati usati almeno due approcci, ma in 53 casi tutti e 3.

Il team ricercatori ha poi combinato tra loro i risultati, considerando guarito un paziente con una cultura negativa o che non ha avuto ricadute a due anni dal trattamento antibiotico.
I risultati dello studio hanno individuato nel 99mTc-HMPAO-leukocyte imaging un metodo affidabile per diagnosticare o escludere la presenza di infezioni croniche, ma non adatto per valutare i pazienti che sono ancora sotto trattamento.

Stefania Somaré