Secondo il Registro Italiano Artroprotesi (RIAP) nel 2019 sono stati effettuati circa 5000 interventi di protesi di spalla, un numero di molto superiore ai circa 1500 interventi che venivano eseguiti nel 2000.
L’incremento è in parte dovuto a un aumento della richiesta, legato all’aumentare dell’età media della popolazione, ma anche alla tecnologia che oggi consente di effettuare questa artroprotesi con successo, ridonando ai pazienti piena funzionalità di una articolazione complessa, capace di eseguire più di 18 mila movimenti nello spazio.

Ancora più interessante, circa il 75-85% degli interventi vengono eseguiti in strutture ospedaliere pubbliche, il che garantisce un alto grado di accessibilità. Oggi, in Italia, l’età media di questo intervento è tra i 65 e gli 85 anni, con un rapporto tra uomini e donne di 1 a 3.

Non mancano però i giovani che, per varie ragioni, presentano problematiche di spalla e che necessitano della sostituzione: oggi, grazie allo sviluppo tecnologico, anche loro possono riavere una spalla funzionale che dura nel tempo.

I casi di artroprotesi di spalla su pazienti over 30 sono circa 1000-1500 l’anno.

Il dottor Claudio Ascani, responsabile UOS Chirurgia della Spalla e del Gomito Ospedale CTO – Roma Asl Roma 2, ha sottolineato l’importanza del ruolo della tecnologia in questo settore: «la recente introduzione della Imaging 3D e della tecnologia robotica virtuale in Italia ha innescato una netta accelerazione nell’efficacia dei trattamenti chirurgici articolari complessi come quello alla spalla.

Rispetto al passato, quando l’Italia pagava un ritardo rispetto agli altri paesi, oggi siamo all’avanguardia e tra i principali referenti a livello globale per sviluppo delle tecnologie applicate alla chirurgia, per cultura e studio».

L’imaging 3D consente, in particolare, di programmare l’intervento nel minimo dettaglio, basandosi sull’anatomia del singolo paziente, quindi con un alto livello di personalizzazione. Costruito un modello 3D computerizzato della struttura ossea, un software di planning elabora tutti i dati acquisiti permettendo al chirurgo di personalizzare le protesi di spalla in funzione delle misure delle componenti, le angolazioni e studiare la posizione più adatta alla specifica anatomia del paziente. L’intervento è poi guidato da sensori GPS come fosse un navigatore satellitare che guida la mano del chirurgo durante tutto il percorso dall’inizio alla fine dell’intervento di impianto della protesi.

Stefania Somaré