Ictus, utilità della robotica nella riabilitazione della mano

I dati OMS relativi al 2019 parlano di 15.215.000 di morti complessive nel mondo per infarto miocardico e ictus ischemico due eventi nel mondo, corrispondenti all’85% di tutte le morti per patologia cardiovascolare.

Chi sopravvive a infarto o ictus, soprattutto nel caso dell’ictus, può sviluppare disabilità motorie e cognitive di varia entità, legate all’area colpita e all’estensione della lesione. La riabilitazione diventa quindi strumento indispensabile per stimolare la plasticità sinaptica di questi soggetti e favorire il recupero della funzionalità corporea, almeno quel tanto che basta per essere autonomi nella gestione del quotidiano. Spesso a essere colpiti sono il linguaggio e, a livello motorio, il passo e l’uso della mano.

Sono molti gli studi già presenti in letteratura che valutano gli effetti di una riabilitazione robot assistita sui pazienti che abbiano disabilità motorie acquisite dall’ictus e non sempre hanno portato ai risultati sperati.

A questi se ne aggiunge uno recente, turco, pubblicato su Acta Neurologica Scandinavica, che si focalizza sul recupero dell’uso della mano in fase di ictus acuto, a un mese dall’evento.
24 i soggetti coinvolti, assegnati casualmente al gruppo studio e a quello di controllo: entrambi sono stati sottoposti a un programma di riabilitazione neurofisiologica personalizzato per 15 sessioni, divise in 5 alla settimana.

Il gruppo di studio ha però seguito anche una riabilitazione con un esoscheletro robotico guidato da elettromiografia per altre 15 sessioni in 3 settimane.
Prima e dopo il programma riabilitativo gli autori hanno misurato e registrato una serie di parametri per tutti i partecipanti: l’indice Fugl-Meyer Assessment-Upper Extremity (FMA-UE) e l’Action Research Arm Test (ARAT) per la funzionalità motoria della mano, forza e attività elettromiografica dei muscoli estensori e flessori della mano.

Come già in altri studi, anche in questo non si osservano miglioramenti aggiuntivi nei pazienti del gruppo studio rispetto a quelli di controllo: il percorso riabilitativo standard funziona, ma la componente robotica non lo migliora. Almeno, non nell’iter di 3 settimane e 15 sessioni utilizzato in questo lavoro.
Tra gli enti coinvolti in questo studio ci sono varie Università di Instanbul: la Bahcesehir, la Fenerbahce, la Cerrahpasa e la Maltepe. Coinvolto anche l’Ospedale İstanbul Haseki Research and Education Hospital.

(Lo studio: Coskunsu DK, Akcay S, Ogul OE, Akyol DK, Ozturk N, Zileli F, Tuzun BB, Krespi Y. Effects of robotic rehabilitation on recovery of hand functions in acute stroke: A preliminary randomized controlled study. Acta Neurol Scand. 2022 Jul 20. doi: 10.1111/ane.13672. Epub ahead of print. PMID: 35855628)

Stefania Somaré