Gonartrosi, valutare la forza delle dita del piede per prevenire le cadute

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Valutazione della forza di presa dell'alluce (credits: © 2023 Mawarikado et al.)

Il Giappone è tra i Paesi al mondo con il maggior numero di anziani. Similmente all’Italia, si trova quindi ad affrontare un aumento di cadute e relative fratture da fragilità.
Attualmente l’incidenza stimata per le cadute in soggetti con gonartrosi in Giappone è del 22,5%, inferiore a quella di Australia (48%) e Regno Unito (25%), ma in aumento rispetto al passato.

Inoltre, è dimostrato che avere una storia di caduta prima di essere sottoposti ad artroplastica totale di ginocchio aumenta il rischio di cadute successive, oltre a generare ansia e timore di cadere nuovamente.
Timore che porta l’individuo a ridurre l’attività fisica, in un circolo vizioso che ne riduce inesorabilmente l’autonomia e la funzionalità motoria. Ecco perché è importante individuare i fattori di rischio di caduta, per prevenirli e ridurne l’incidenza.

Uno studio giapponese ha indagato la perdita di forza di presa nelle dita del piede come fattore di rischio per le cadute, in particolare in pazienti affetti da gonartrosi. La riduzione della forza di presa delle dita del piede si traduce infatti in un passo più lento e stentato e in una perdita di equilibrio statico, condizioni che facilitano la caduta. 330 i pazienti coinvolti in questo studio trasversale descrittivo, di età compresa tra i 60 e gli 84 anni e con gonartrosi diagnosticata.

Gli autori li hanno divisi in due gruppi, in base al fatto che avessero o meno sperimentato una caduta. Il gruppo “cadute” è così composto da 74 soggetti, 42 dei quali annoverano una sola caduta, 14 due cadute, 10 tre cadute, 4 quattro cadute e altri 4 ben 5 cadute. Gli altri 256 pazienti non sono mai caduti.

Gli autori hanno quindi messo a confronto i due gruppi per individuare differenze in parametri misurabili e, quindi, eventualmente utili a fini preventivi. 4 le misure evidenziate per incidere sul rischio di caduta: altezza (p-value 0.014), forza di presa delle dita dei piedi della gamba con gonartrosi (p-value 0.003) e di quella senza (p-value 0.007), valore della Fall Efficacy Scale modificata (mFES – p-value 0.001).

Più nel dettaglio, rispetto a chi non ha mai sperimentato una caduta, i pazienti che lo hanno fatto sono risultati lievemente più bassi (152.6 ± 8.6 contro 154.9 ± 8.6), con valori di mFES inferiori (98.4 ± 35.5 contro 113 ± 28.1) e hanno mostrato minor forza di presa nelle dita di entrambi i piedi, 7 ± 4.3 contro 8.6 ± 4.3 per la gamba con gonartrosi e 7.1 ± 4 contro 8.7 ± 4.5 per l’altra.

Questi risultati indicano che, in pazienti con gonartrosi, la valutazione della forza di presa delle dita dei piedi può aiutare a individuare chi corre un maggior rischio di incorrere in cadute. Ciò consentirebbe di mettere in atto una serie di procedure preventive, come per esempio un percorso riabilitativo di rinforzo di questo distretto. Lo studio presenta dei limiti che rendono questi risultati indicativi, ma da confermare.

(Lo studio: Mawarikado Y, Inagaki Y, Fujii T, Kubo T, Kido A, Tanaka Y (2023) Relationship between fall history and toe grip strength in older adults with knee osteoarthritis in Japan: A cross-sectional study. PLoS ONE 18(3): e0282944. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0282944)