Fratture di radio distale e telemedicina

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Le fratture del polso rappresentano poco più del 15% di tutte le fratture che arrivano in ospedale e quasi il 75% di quelle a scapito dell’avambraccio, inoltre sono le seconde più frequenti nella popolazione anziana. Esiste, però, un’altra fascia di picco, compresa tra i 6 e i 10 anni.
Negli anziani non è raro che queste fratture risultino pluriframmentate, richiedendo un intervento chirurgico, peraltro difficoltoso a causa della scarsa qualità dell’osso.
D’altra parte, riportare il polso il più vicino possibile alla funzionalità pre-frattura è un obiettivo importante, sono sempre di più gli anziani impegnati in attività ludiche, sociali, lavorative e che, quindi, vogliono poter muovere il polso liberamente.

Il recupero funzionale ha una chiave importante nel processo riabilitativo che, di norma, viene svolto tra sessioni in presenza ed esercizi a casa. Un recente studio messicano mette a confronto un iter convenzionale con uno condotto in telemedicina, nel quale i pazienti non ricevono solo indicazioni per eseguire gli esercizi a domicilio, ma sono supportati da una piattaforma che lo guida nel loro programma, chiamata Moodle. 91 pazienti coinvolti, con frattura di grado AO23 o AO23B, suddivisi in modo randomizzato nei due gruppi di lavoro. Età media, 45 anni: le fratture non sono avvenute quindi per fragilità ossea, ma per lo più per un trauma ad alta energia. Poco più della metà è stato trattato per via conservativa.

In entrambi i casi, la riabilitazione è durata 24 settimane. Il gruppo convenzionale ha ricevuto istruzioni per 10 sessioni di allenamento ogni 2 settimane, che includevano allungamento, mobilitazione, rinforzo e terapia occupazionale mirata al recupero funzionale del polso, con rinforzo della muscolatura intrinseca ed estrinseca della mano e simulazioni di attività specifiche per il ritorno a lavoro. I membri del secondo gruppo, invece, hanno installato la app Moodle sul proprio smartphone, per poter accedere al programma di riabilitazione per frattura del polso, così da avere un supporto. Il programma proposto è leggermente differente, includendo anche l’idroterapia e avendo una durata di 4 settimane. Tutti i pazienti hanno tenuto un diario settimanale dedicato alla terapia riabilitativa. A 6 mesi dall’inizio dell’intervento, tutti i pazienti mostravano miglioramenti significativi nell’uso del polso e nella riduzione del dolore. La sola differenza rilevata tra i due gruppi è la forza di spinta della mano, superiore nei pazienti che hanno seguito la teleriabilitazione.

Gli autori concludono, quindi, sottolineando la bontà dell’intervento a distanza, tramite apposita piattaforma riabilitativa, per i soggetti con frattura di polso non complicata. Allo stesso tempo, evidenziano l’importanza di istruire adeguatamente i pazienti, soprattutto perché capiscano che il successo di un intervento fisioterapico a domicilio, condotto in autonomia, dipende in gran parte dalla loro capacità di rispettare il programma. In una sola parola, dalla responsabilità che sono in grado di mettere in atto. Nessun iter riabilitativo, infatti, può funzionare se condotto in modo non continuativo e con scarsa attenzione.

(Lo studio: Pech-Argüelles RC, Miranda-Ortiz YJ, Velázquez-Hernández HE, Domínguez-Cordero R, Ruiz-PachecoJuan C, Figueroa-García J, Rojano-Mejía D. Programa de telerrehabilitación en pacientes con fractura de radio distal: ensayo clínico controlado [Tele-rehabilitation program in patients with distal radius fracture: a controlled clinical trial]. Cir Cir. 2023 May 8. Spanish. doi: 10.24875/CIRU.22000328. Epub ahead of print. PMID: 37156230)