Fratture del piatto tibiale, pendenza tibiale latero-posteriore indica chi è più a rischio

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Di recente il West China Hospital, affiliato alla cinese Sichuan University, e la West China School of Nursing della stessa Università, hanno dedicato uno studio ai fattori anatomici del ginocchio che favoriscono le fratture del piatto anteriore tibiale, fratture di avulsione associate a un meccanismo traumatico che determinano anche il distacco del legamento crociato anteriore.

Si tratta di fratture rare, frequenti soprattutto in bambini e adolescenti tra gli 8 e i 14 anni dove vengono favorite dall’immaturità ossea e, magari, una certa debolezza muscolare, ma secondo alcune nuove evidenze non sarebbero poi così rare anche negli adulti, nei quali il meccanismo d’azione più frequente è l’iperestensione del ginocchio con associate forze di rotazione, come quella che si verifica nel cadere da una bicicletta o dagli scii.
Da qui l’esigenza di studiarle più nel dettaglio e individuare possibili fattori di rischio. I pazienti coinvolti in questo lavoro cinese sono 38, tutti operati per questa frattura.

A questo gruppo ne è stato affiancato un altro di altrettanti soggetti con lesione isolata del menisco, senza frattura del legamento crociato anteriore o del piatto tibiale. Gli autori hanno quindi misurato alcune caratteristiche anatomiche evidenti su immagini di risonanza magnetica (1,5 Tesla), mettendole a confronto tra i due gruppi: pendenza tibiale latero-posteriore (LPTS), pendenza tibiale mediale-posteriore (MPTS), spessore della tibia mediale, altezza della tibia laterale, rapporto del condilo femorale mediale (LFCR) e il notch width index (NWI).
Ed ecco cosa è emerso da questo confronto. LPTS, LFCR e MPTS sono risultati essere significativamente più grandi nei pazienti del gruppo di studio, ovvero quelli operati per frattura del piatto tibiale, mentre l’indice NWI è significativamente più piccolo.

Gli autori hanno quindi eseguito una analisi di regressione logistica per individuare eventuali fattori anatomici di rischio indipendenti: ne hanno trovati tre, ovvero la misura di LPTS, LFCR e NWI. Tra questi, la variabile a maggiore capacità predittiva sarebbe il valore di LPTS maggiore di 6,9, con una sensibilità del 63,2% e una specificità del 76,3%.

Sebbene questo sia un fattore anatomico non modificabile, secondo gli autori permetterebbe di individuare i pazienti a maggiore rischio di frattura del piatto tibiale e avulsione del legamento crociato anteriore: soggetti che, seguendo percorsi di training neuromuscolare ed equilibrio, per esempio, potrebbero difendersi da eventuali fratture.

Anche la tipologia di scarpa utilizzata potrebbe agire da prevenzione. Certo, occorre confermare questi risultati, magari su un campione più ampio. Gli autori sono inoltre convinti della necessità di allestire studi per individuare programmi di riabilitazione conservativa e protocolli di rientro allo sport specifici per soggetti con alto rischio di fratture del piatto tibiale.

(Lo studio: Zhang L, Xia Q, Yang R, Fan L, Hu Y, Fu W. Anatomical factors associated with the development of anterior tibial spine fractures based on MRI measurements. J Orthop Surg Res. 2023 May 12;18(1):357. doi: 10.1186/s13018-023-03836-z. PMID: 37173712; PMCID: PMC10182680)