Frattura scomposta del collo del femore in anziano attivo: qual è la tecnica migliore?

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Anche se richiede più tempo in sala operatoria e in ospedale, l’artroplastica totale di anca sembra offrire risultati a lungo termine migliori rispetto alla emi-artroplastica, in termini funzionali e di qualità di vita.

Le fratture prossimali del collo del femore nell’anziano sono un fenomeno in costante aumento, che va gestito in modo ottimale per evitare che il paziente veda ridurre la propria autonomia, oltre che per limitare il rischio di intaccare il delicato equilibrio fisico del paziente.

In caso di frattura scomposta, le linee guida SIOT per le fratture del femore prossimale nell’anziano suggeriscono di intervenire per via chirurgica.

Secondo il documento, due sono le possibilità: effettuare un’artroplastica totale di anca oppure optare per l’endoprotesi sostituendo solo alcune componenti. Secondo il documento SIOT, i due interventi sono equivalenti quanto a tasso di mortalità a 30 giorni, 1 anno e 5 anni e anche quanto a tasso di revisione.

Tuttavia, le endoprotesi sembrano associarsi a un minore rischio di lussazione, anche se con una certezza di prove molto bassa.
Al contrario, le artroprotesi fornirebbero una migliore funzione articolare a 1 anno e 5 anni dall’intervento, anche in questo caso con certezza di prove rispettivamente moderata e bassa. Insomma, il quesito clinico non ha ancora una chiara risposta.

Un confronto tra artroplastica totale ed emi-artroplastica

Di recente un team cinese si è posto una domanda simile: come è meglio intervenire su un soggetto anziano attivo che si sia fratturato il femore prossimale in modo scomposto? Pubblicato su BMC Musculoskeletal Disorders, questo studio retrospettivo mette a confronto due tipi di intervento: l’atroplastica completa e la emi-artroplastica. 139, in tutto, i pazienti coinvolti: 73 con intervento di emi-artoplastica e gli altri 66 con un’artroplastica completa.
Per ognuno gli autori hanno raccolto informazioni inerenti età, genere, BMI, presenza di comorbidità, tempo operatorio, perdita di sangue, periodo di ricovero e complicanza insorte durante il ricovero.

Il follow-up è durato circa 5 anni, con valutazione di eventuali complicanze all’anca, della sua funzionalità in termini di dolore, range of motion, funzione e presenza di deformità, verificate con l’Harris Hip Score (HHS), e della qualità di vita del paziente, calcolata con il questionario EuroQol-5 Dimensions (EQ-5D).

I risultati dello studio

Le analisi dei dati raccolti hanno messo in evidenza alcune differenze tra i due interventi. La prima riguarda il tempo operatorio, la lunghezza del ricovero e la perdita di sangue, tutti più lunghi per l’artroplastica totale rispetto all’emi-artroplastica.

Tuttavia, queste differenze non si traducono in maggiori complicanze e nemmeno in un più alto tasso di morte. Parlando, invece, di qualità di vita e funzionalità articolare, aspetti importanti in pazienti ancora attivi nonostante l’età, lo studio evidenzia invece la superiorità dell’artroplastica totale.
Se si guardano ai risultati del HHS, per esempio, di vede che l’artroplastica totale è superiore all’emi-artroplastica per dimensione del dolore (38.9 vs 35.9), funzionalità (33.7 vs 29.2), assenza di deformità (4.0 vs 3.9) e range of motion (4.6 vs 4.2).

Inoltre, la protesi inserita con l’artroplastica totale ha mostrato un tasso di erosione inferiore a quella dell’emi-artroplastica, il che ne assicura una maggiore durata nel tempo. Infine, la qualità di vita del gruppo trattato con artroplastica totale è risultata maggiore che nell’altro.

Sebbene questi esiti siano ottenuti su un campione abbastanza piccolo, rispecchiano quelli indicati dalle nostre linee guida, sebbene in quel caso si parlasse di endoprotesi con sostituzione dello stelo e in questo di una protesi parziale.

Da sottolineare che in questo studio cinese, non si sono trovare diversità in termini di lussazione. Lo studio è stato condotto dal “First Affiliated Hospital della Guangxi University of Science and Technology.

(Lo studio: Luo, S., Qin, W., Yu, L. et al. Total hip arthroplasty versus hemiarthroplasty in the treatment of active elderly patients over 75 years with displaced femoral neck fractures: a retrospective study. BMC Musculoskelet Disord 24, 745 (2023). https://doi.org/10.1186/s12891-023-06860-6)