Dolore lombare, confronto tra riabilitazione da remoto e in presenza

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Il dolore lombare è tra le patologie muscoloscheletriche più diffuse nel mondo. Si stanno studiando protocolli riabilitativi efficaci, capaci di trattare le forme acute, evitare che si instaurino forme croniche e agire anche sulle forme cronicizzate.

Uno studio statunitense si focalizza proprio su questo obiettivo, mettendo a confronto un protocollo riabilitativo digitale con uno convenzionale. 140 i pazienti coinvolti, assegnati in modo casuale tra gruppo di studio e gruppo di controllo.

L’approccio digitale usato da questo gruppo di lavoro è già stato presentato in più studi per varie condizioni muscoloscheletriche, acute e croniche (riabilitazione dopo protesizzazione di anca e ginocchio, dolore lombare acuto e cronico).
In questo nuovo studio il gruppo intende mettere a confronto il metodo (personalizzato) con la terapia in presenza.

Ai due gruppi è stato somministrato un protocollo di esercizi simile, ma i partecipanti del gruppo digitale hanno letto, in media, quattro articoli educazionali e sperimentato alcuni aspetti della terapia comportamentale cognitiva, sempre più spesso indicata come efficace nel trattamento del dolore cronico.

Il supporto dell’operatore, questo è stato diretto nel gruppo di controllo, ma anche i soggetti del gruppo di studio hanno avuto modo di entrare in contatto con proprio fisioterapista tramite video, telefono e messaggi di testo. In linea di massima, emerge che il programma digitale facilita l’esecuzione di un maggior numero di sessioni di allenamento e piace di più ai pazienti: i partecipanti del gruppo digitale hanno eseguito in media 22,32 sessioni di lavoro, contro 12,42 di quelli in presenza.
Inoltre, il tasso di abbandono è maggiore nel gruppo in presenza: 34,3% contro 15,7%.

Una possibile spiegazione per questi due aspetti è che la riabilitazione digitale non richiede che il paziente raggiunga fisicamente la palestra riabilitativa, il che può fornire un vantaggio di carattere organizzativo. Gli autori hanno anche evidenziato quali sono le caratteristiche del paziente che più spesso portano ad abbandono di un percorso riabilitativo: avere un livello di istruzione minore, essere fumatore e non essere abituato all’esercizio fisico.

Dal punto di vista clinico, gli autori non trovano differenze tra i due regimi riabilitativi, né in termini di riduzione del dolore, ansia, depressione, simile in tutti i soggetti, né di indici funzionali o utilizzo di antidolorofici orali. Inoltre, in entrambi i gruppi la richiesta di essere operati per risolvere il problema è scesa a zero alla fine del programma, partendo da percentuali superiori al 30%.

Dati questi risultati, gli autori hanno concluso che un programma riabilitativo in digitale consente di ottenere gli stessi esiti di un percorso in presenza, fornendo però vantaggi in termini gestionali ed economici sia per il paziente sia per le strutture.

Hanno partecipato a questo studio la Emory University di Atlanta, il Centro Ospedaliero Universitario di Porto, la University of Colorado Boulder, la University of California, la Johns Hopkins School of Medicine, la Uniformed Services University of the Health Sciences, la Quinnipiac University Frank H. e Sword Health.

(Lo studio: Cui, D., Janela, D., Costa, F. et al. Randomized-controlled trial assessing a digital care program versus conventional physiotherapy for chronic low back pain. npj Digit. Med. 6, 121 (2023). https://doi.org/10.1038/s41746-023-00870-3)