Il dito a martello è piuttosto frequente nella popolazione ed è determinato da uno squilibrio tra i muscoli brevi e lunghi del dito interessato.

Sono varie le cause che possono determinarlo, partendo dalla predisposizione congenita e dalla traumatologia.
Può essere secondario ad altre patologie, come diabete e malattie articolari, circolatorie e neuromuscolari, ma anche calzature troppo strette e con tacchi troppo alti possono essere predisponenti.

Di norma il dito a martello viene trattato in modo conservativo, usando stecche o tutori già disponibili sul mercato, oppure fabbricando tutori personalizzati in materiale termoplastico o con la tecnica Quickcast.

Un team di ricerca del Thomas Jefferson University Hospital di Philadelphia ha messo a confronto proprio l’efficacia dei tutori termoplastici con le ortesi Quickcast in uno studio prospettico, in cieco e randomizzato (Cavanaugh PK, Watkins C, Jones C, Maltenfort MG, Beredjiklian PK, Rivlin M. Effectiveness of Quickcast Versus Custom-Fabricated Thermoplastic Orthosis Immobilization for the Treatment of Mallet Fingers: A Randomized Clinical Trial. Hand (N Y). 2021 Jan 29:1558944720988136. doi: 10.1177/1558944720988136. Epub ahead of print. PMID: 33511868).

Sono stati coinvolti 58 pazienti, suddivisi in due gruppi trattati con l’uno o l’altro dispositivo.

Gli autori hanno valutato i pazienti a 3,6 e 10 settimane per verificare la guarigione dell’osso e a 4,8 e 12 settimane per i tessuti molli, mettendo a confronto eventuali complicazioni a livello della cute, dolore dovuto all’ortesi, compliance, necessità di intervenire chirurgicamente e capacità di estensione delle dita in entrambi i gruppi.
I risultati hanno mostrato la superiorità dell’ortesi Quickcast, associata a minori complicazioni cutanee e dolore.

Stefania Somaré