La forza muscolare e la resistenza sono due aspetti tra loro fortemente interconnessi. Purtroppo, molte patologie neuromuscolari intaccano entrambe: i muscoli s’indeboliscono e i pazienti si stancano prima durante le sessioni fisioterapiche, ma anche nelle attività quotidiane.
In gran parte dei casi, si presentano anche difficoltà funzionali che compromettono l’andatura.
Nel fitness, ma anche nello sport, forza e resistenza possono essere allenate con apposite sequenze di esercizi che coinvolgono vari gruppi muscolari, sottoponendoli a fatica: metodo che offre grandi vantaggi, in termini di risultato.
In ambito riabilitativo questo stesso concetto può essere ripreso e opportunamente modificato per poterlo applicare ai pazienti. Per esempio, quando si voglia facilitare il recupero del passo, si possono utilizzare dispositivi di vario genere per aumentare il carico a livello delle gambe durante il passo, così da favorire un rinforzo muscolare. Questa è una pratica emergente in riabilitazione e necessita di essere confermata nella sua efficacia… non solo, è utile capire quali sono i dispositivi più adatti da utilizzare.
Le opzioni sono principalmente due: aumentare il carico in modo passivo, magari con l’uso di un robot riabilitativo, oppure un dispositivo indossabile o legato alle gambe del soggetto. Ci si chiede anche se questi dispositivi possono alterare la biomeccanica del passo oppure ottenere altri esiti utili al recupero funzionale del passo stesso.
Una review statunitense ha ripescato dalla letteratura 41 studi incentrati su questo tipo di allenamento, cercando di individuare possibili alterazioni nell’attivazione muscolare, nella biomeccanica del passo e nella plasticità neuronale. 24 di questi studi hanno utilizzato dispositivi di tipo passivo, come bande di resistenza e pesi a cavigliera, mentre 17 dispositivi robotici. Varia anche la tipologia di resistenza applicata, in alcuni casi inerziale, in altri elastica, viscosa o personalizzata. Molti di questi studi hanno dimostrato che allenare la resistenza aumentando il carico a livello degli arti lesi permette di apportare specifici cambiamenti nell’attivazione muscolare, nella biomeccanica del passo e anche a livello spazio-temporale e cinematico.
Alcune evidenze suggeriscono che questo metodo può portare allo sviluppo di un incremento di eccitabilità neuronale. Certo, bisogna anche capire quali siano le strategie resistive più adeguate alle varie problematiche di forza e difficoltà del passo del singolo paziente, un aspetto non presente negli studi analizzati. Ogni esperto dovrà quindi cercare di capire come lavorare per supportare i miglioramenti specifici di un paziente. Un lato positivo di questa tecnica è che, selezionando alcuni dispositivi, può essere a basso costo e adeguata non solo all’uso in clinica riabilitativa, ma anche a casa.
(Lo studio: Washabaugh EP, Krishnan C. Functional resistance training methods for targeting patient-specific gait deficits: A review of devices and their effects on muscle activation, neural control, and gait mechanics. Clin Biomech (Bristol, Avon). 2022 Mar 18;94:105629. doi: 10.1016/j.clinbiomech.2022.105629. Epub ahead of print. PMID: 35344781)
Stefania Somaré