Uno degli screening ai quali vengono sottoposti i neonati nei primi giorni di vita è quello per valutare la presenza della displasia dell’anca, basato su due manovre condotte separatamente sulle due anche, la manovra di Ortolani e la manovra di Barlow. Queste manovre permettono di individuare i soggetti più a rischio, che saranno sottoposti a ecografia.
Uno studio irlandese ha confermato l’opinione di alcuni autori rispetto alla necessità di ripetere lo screening non solo entro le sei settimane dalla nascita, ma anche entro i sei mesi d’età del neonato (Mulrain J, Hennebry J, Dicker P, Condren J, O’Driscoll D, O’Beirne J. A normal screening ultrasound does not provide complete reassurance in infants at risk of hip dysplasia; further follow-up is required [published online ahead of print, 2020 Jul 9]. Ir J Med Sci. 2020;10.1007/s11845-020-02296-2. doi:10.1007/s11845-020-02296-2).
Su un campione di 829 pazienti sottoposti a screening tra gennaio e dicembre 2015, l’8% ha evidenziato la presenza di displasia dell’anca solo al controllo condotto a sei mesi e non a quello precedente: questi bambini rappresentano il 34% di tutti i soggetti seguiti per displasia in quello stesso periodo.
Si tratta di una percentuale considerevole che si sarebbe persa se ci si fosse accontentati dello screening tradizionale.
Lo studio è stato condotto dal Dipartimento di Chirurgia Ortopedica e dal Dipartimento di Radiologia dell’Ospedale Universitario di Waterford e dal Dipartimento di Epidemiologia e Sanità Pubblica del Royal College of Surgeons of Irland.
Nell’ospedale sopra citato, al momento si effettua uno screening a sei mesi a tutti i bambini nati, anche coloro che sono risultati negativi alla prima valutazione.
Stefania Somaré