Discectomia lombare: il tutore lombosacrale è necessario?

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I dischi vertebrali sono strutture che fungono da cuscinetto tra due vertebre, favorendo il movimento di una sull’altra. Composti per lo più da glicoproteine e mucopolisaccaridi, sono ricchi di acqua. Con il tempo queste strutture tendono a seccare e degenerare. Ciò non basta a far comparire un’ernia, però.
Di norma il processo di erniazione è favorito da sovrappeso, abitudini errate, scarsa attività fisica e indebolimento dei muscoli dorsali, ma anche da lavori sedentari o elevato impegno fisico e tante ore passate alla guida.

Qualora un disco vertebrale fuoriesca in parte dalla propria sede, è possibile che comprima uno o più nervi, portando a sintomi di vario tipo che dipendono proprio dal nervo interessato. Nel caso di ernie lombari si possono avere, per esempio, forti dolori a schiena e gambe fino ad arrivare a sciatalgie, lombalgie e cruralgie che possono bloccare il soggetto

In presenza di deficit motori gravi e di sintomi che non rientrano con i metodi conservativi, si può procedere con un intervento chirurgico di discectomia, che mira a decomprimere il nervo coinvolto. Questo intervento può essere eseguito con varie tecniche, alcune delle quali mininvasive per il paziente. Tra le opzioni post-chirurgiche c’è, invece, l’uso di un tutore lombosacrale. Non esiste, però, evidenza che questo tutore apporti dei vantaggi al paziente, a fronte della spesa di acquisto. Ricercatori del Saiseikai Kawaguchi General Hospital e della Tokyo Medical and Dental University, in Giappone, sostengono di no.

Questa convinzione si basa sugli esiti di uno studio, pubblicato su Spine, che vede il coinvolgimento di 99 pazienti sottoposti a micro-discectomia e divisi in due gruppi: uno ha indossato il tutore e uno no.
Gli autori hanno quindi confrontato gli esiti dei due gruppi in termine di tasso di recidiva e di rioperazione, a 4 settimane, 6 mesi e 1 anno dall’intervento. Non solo. Lo studio valuta lo stato generale della colonna dei pazienti nel tempo: a tal fine sono stati misurati una serie di parametri, come il Japanese Orthopaedic Association Score per la spina dorsale e il dolore a gambe e schiena a due settimane e a 1 anno dall’intervento e l’Oswestry Disability Index a 6 mesi e 1 anno.
I risultati non mostrano alcuna differenza significativa tra i due gruppi in termini di recidiva e tasso di rioperazione, e nemmeno per gli altri score considerazione.
Ciò porta gli autori ad affermare che l’uso del tutore non è necessario nel post-intervento, perché non apporta benefici al percorso di guarigione. Almeno, non dopo l’esecuzione di una discectomia singola.
Lo studio non prende in considerazione il percorso riabilitativo, che è però considerato importante per il successo dell’intervento. Questo deve iniziare dalle 12 alle 14 settimane dopo l’intervento, per dare tempo al sistema corpo di adattarsi, e ha lo scopo di favorire un più rapido recupero funzionale e una veloce risoluzione del sintomo doloroso, oltre che limitare il rischio di ricadute.

(Lo studio: Sakaki K, Yoshii T, Arai Y, Torigoe I, Tomori M, Onuma H, Ogawa T, Hirakawa A, Sakai K, Okawa A. Effectiveness of Lumbosacral Orthosis after Discectomy for Lumbar Disc Herniation: A Prospective Comparative Study. Spine (Phila Pa 1976). 2022 Sep 8. doi: 10.1097/BRS.0000000000004475. Epub ahead of print. PMID: 36083514)

Stefania Somaré