Diabete. L’attività fisica allunga la vita

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Da una riduzione del 10% dell’inattività fisica della popolazione mondiale si potrebbero avere oltre 533mila decessi in meno l’anno, mentre con una riduzione del 25% si arriverebbe a 1,3 milioni. È quanto emerso da uno studio, pubblicato su Lancet, il cui obiettivo era quantificare gli effetti della sedentarietà sull’aspettativa di vita e sul rischio di sviluppare patologie non trasmissibili (come diabete di tipo 2, problemi cardiovascolari, tumori al seno e al colon) attraverso una stima della riduzione dell’incidenza di tali problemi in presenza di una corretta attività fisica da parte dei cittadini. Ne emerge che una vita sedentaria è alla base del 10% dei casi di tumori al colon (con variabilità regionale che va dal 5,7% del sudest asiatico al 13,8% dell’area mediterranea) e al seno (variabilità tra 5,6 e 14,1%), del 7% del diabete di tipo 2 (3,9-9,6%) e del 6% delle malattie cardiovascolari (3,2-7,8%). L’inattività fisica appare come responsabile del 9% della mortalità prematura (5,1-12,5%) e, in generale, di oltre 5,3 milioni di decessi dei 57 milioni totali registrati nel mondo nel2008. Insostanza, con una maggiore attività fisica l’aspettativa di vita nel mondo mondiale potrebbe aumentare di 0,68 anni: un dato che mette l’inattività fisica come fattore di rischio al pari di fumo e obesità.