Cicerone, documento di consenso sulla robotica in neuroriabilitazione

Presentata lo scorso 6 maggio presso l’Auditorium del Ministero della Salute, la conferenza di consenso Cicerone sulla robotica in neuroriabilitazione, è occasione per presentare il documento finale che rappresenta il primo passo per il riconoscimento dell’utilizzo su larga scala di robot di diversa tipologia all’interno dei percorsi neuroriabilitativi tradizionali.

Si tratta di un documento frutto di 3 anni di lavoro, promosso dalla Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa e dalla Società Italiana di Riabilitazione Neurologica – con il coinvolgimento di numerosi professionisti e 9 gruppi di lavoro.

A inizio anno, la giuria della conferenza di consenso Cicerone – conferenza italiana di consenso sulla robotica in riabilitazione – ha concluso e approvato il documento finale.
Cicerone rappresenta un’iniziativa unica nel suo genere a livello globale. L’Italia è uno dei Paesi di spicco per lo sviluppo di dispositivi robotici per la riabilitazione, tanto che numerosi sono quelli già presenti nelle strutture sanitarie.

Tuttavia, nonostante la disponibilità di questi device – ricompresi dal 2018 nei LEA e pertanto erogabili all’interno delle prestazioni specialistico-riabilitative del SSN – esistono tuttora grandi divergenze territoriali circa la loro disponibilità ed il loro utilizzo nella pratica clinica corrente.

Da questa considerazione è nata quindi l’iniziativa Cicerone, conferenza di Consenso promossa dalle SIMFER e dalla SIRN, proprio al fine, attraverso un’analisi della letteratura esistente, di produrre evidenze che possano favorire l’impiego di questi device nella maniera più appropriata, garantendo, al contempo, interventi idonei ed efficaci circa il loro utilizzo, senza tralasciare, ovviamente, da una parte, l’esigenza di una più adeguata formazione da parte degli operatori e dall’altra, una maggiore implementazione della ricerca e degli investimenti.

Il comitato promotore e l’organizzazione del lavoro

Il Comitato Promotore della Consensus Conference era composto da due rappresentanti della SIMFER – Paolo Boldrini e Donatella Bonaiuti – e due della SIRN – Stefano Mazzoleni e Federico Posteraro. Il Comitato Tecnico Scientifico era composto da esponenti delle Istituzioni, nonché da vari rappresentanti delle Società Medico Scientifiche, delle Associazioni di Professionisti di area riabilitativa, dell’area Bioingegneristica, delle Associazioni di Persone con Disabilità, del mondo delle imprese di settore, oltre che da esperti di area economica, bioetica e di Health Technology Assessment.

Altresì, 9 working group avevano il compito di raccogliere il materiale necessario per la predisposizione di una sintesi delle informazioni disponibili da sottoporre a una Giuria multidisciplinare composta da esponenti scelti per la loro autorevolezza e competenza.

Il lavoro ha quindi coinvolto circa 200 soggetti di diversa estrazione e specialità; la prima parte si è protratta per circa 3 anni. All’iniziativa ha partecipato, con supporto sia scientifico sia logistico, anche l’Istituto Superiore di Sanità.

La struttura del documento finale, partendo da una definizione

Sulla base dell’accurata raccolta documentale da parte dei citati working group, e dopo numerosi incontri di approfondimento, la giuria multidisciplinare di esperti ha elaborato il documento conclusivo.

Il documento finale è articolato in tre parti: una parte introduttiva in cui viene presentata la classificazione dei sistemi robotici emersa da questo lavoro e i fondamenti teorici a cui segue il vero core della ricerca, contenente la sintesi delle evidenze relative alle diverse tipologie di disabilità, sia in età pediatrica sia in età adulta.

Nella seconda parte vengono affrontati gli aspetti normativo-giuridici-organizzativi-formativi-etici e sociali inerenti all’utilizzo della robotica in questi ambiti.
Infine, nella terza parte vengono delineate le prospettive future e le ulteriori ricerche in atto per facilitare l’applicazione della robotica nella pratica clinica.

A livello definitorio, il documento suggerisce che “la riabilitazione assistita da robot è da considerarsi come parte integrante del trattamento riabilitativo che si prefigge di integrare trattamenti riabilitativi standard mediante l’interazione tra professionisti della riabilitazione, paziente e robot.
In questo quadro il robot diventa medium tra terapista e paziente per potenziare gli effetti dei trattamenti riabilitativi secondo le diverse strategie”.

Uscire dai confini nazionali per superare le criticità emerse

L’analisi della letteratura disponibile ha evidenziato le carenze emerse nell’applicazione di questi dispositivi, in termini di posologia, numero di sedute, tempi, e frequenza.

«Bisogna uscire dal nazionale, con l’orgoglio di aver fatto la prima consensus, ma con la consapevolezza di dover fare un ragionamento europeo», ha sottolineato Alessandro Giustini, coordinatore del Commette della società europea di medicina fisica e riabilitativa sulle tecnologie robotiche.

«I colleghi europei con cui mi sono confrontato sarebbero favorevoli; questo consentirebbe il superamento delle difficoltà incontrate grazie alla numerosità della casistica e dei professionisti, delle varianti e delle patologie. Per questo servono migliaia di casi da studiare in dettaglio e centri di ricerca che lavorino insieme per dare a questo Ministero e agli altri Ministeri della Salute dell’UE la possibilità di decidere il trattamento migliore possibile per i propri pazienti».

Elena D’Alessandri