La realtà virtuale è sempre più studiata anche come strumento per valutare la capacità di un soggetto di eseguire un determinato compito. Per esempio, se si pensa alla destrezza della mano, ci sono studi che provano a sostituire i test di destrezza reali con sistemi in realtà virtuale.
Tuttavia, secondo un lavoro pubblicato su Virtual Reality dalla Industrial and Manufacturing Systems Engineering della Kansas State University, occorre prestare attenzione perché i test virtuali richiedono più tempo per essere svolti.
Se non si tiene conto di questo fattore, si rischia di valutare il paziente in modo inadeguato.
In altre parole, gli autori sottolineano l’importanza di tenere conto di quanto un test in realtà virtuale sia rappresentativo della vita reale di quel paziente.

Formazione dei pazienti

Le conclusioni riportate dalle autrici statunitensi derivano da uno studio condotto su venti pazienti di età compresa tra 65 e 84 anni. Obiettivo, confrontare un test reale per la valutazione della motricità fine della mano con un test virtuale. Il test scelto consiste nell’estrarre da un contenitore trasparente oggetti di colori specifici e di trasferirli in apposite vaschette.

Il test è stato effettuato prima in modalità reale e poi in ambiente virtuale: in questo secondo caso è stato inizialmente necessario istruire i partecipanti sul funzionamento del test, dal momento che non possono affidarsi al tatto per la presa degli oggetti; data l’età dei soggetti, non è infatti scontato che tutti abbiano un buon rapporto con la tecnologia.

Una volta pronti, ogni partecipante ha effettuato il test tre volte per tipologia di ambiente, ogni volta con mutati abbinamenti cromatici da trasferire nelle vaschette.

Tempi più lunghi per i test

I risultati ottenuti in entrambi i test sono stati molto positivi, con solo pochi errori in entrambe le tipologie di ambiente, per lo più causati dalla difficoltà di scegliere tra colori tra loro simili, come il rosa e il viola.

Tuttavia, l’ambiente virtuale è stato vissuto come più sfidante. In effetti in media il tempo richiesto per portare a compimento il test è stato maggiore nel test virtuale rispetto a quello in reale. Gli autori hanno anche sottoposto un test ai partecipanti per capire come abbiano vissuto i due tipi di test.

Il risultato più interessante è che il test in realtà virtuale è vissuto come più impegnativo sia dal punto di vista mentale che da quello fisico, con un maggior grado di stress associato, mentre la richiesta cognitiva è stata percepita come inferiore.

Per quanto riguarda il rapporto con la tecnologia, è risultato chiaro che i più giovani del cluster, più abituati, percepiscono il test in realtà virtuale più simile a quello reale, rispetto ai più anziani. Quindi anche l’età del paziente è un discrimine cui prestare attenzione, almeno per una corretta valutazione dei test.

Studio: Brazil, C.K., Rys, M.J. The effect of VR on fine motor performance by older adults: a comparison between real and virtual tasks. Virtual Reality 28, 113 (2024). https://doi.org/10.1007/s10055-024-01009-9