Artrosi di ginocchio non operabile, confronto tra due approcci a cinque anni dalla diagnosi

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L’artrosi di ginocchio è molto diffusa nella popolazione mondiale, ma solo il 18-30% di chi ne soffre riceve una protesi. L’intervento resta infatti la soluzione per gli stadi più avanzati della patologia, quando il dolore e le limitazioni funzionali sono troppo intense per essere trattate con metodi conservativi.

Per tutti gli altri pazienti, l’artrosi si affronta con antidolorifici, esercizio fisico di rinforzo della muscolatura del ginocchio, plantari specifici e perdita di peso per chi ne ha bisogno. Un team di ricerca danese sta valutando la qualità di un approccio ortopedico che, oltre ai trattamenti sopra indicati, comprenda anche l’educazione del paziente e una supervisione degli esercizi svolti.

Il programma METOD si compone di un percorso di 12 settimane durante le quali il soggetto fa incontri di educazione sanitaria, svolge esercizi neuromuscolari sotto la supervisione del fisioterapista, utilizza il plantare prescritto e avvia un programma nutrizionale per dimagrire, anche in questo caso seguito dallo specialista.

L’idea degli autori è verificare se questo metodo sia più efficace nel ridurre il dolore rispetto alle sole indicazioni scritte che si possono dare a seguito di una visita e diagnosi, di norma contenute in un paio di volantini. L’ultimo lavoro pubblicato da questo team è dello scorso novembre e riguarda pazienti in follow-up da 5 anni.

Dei 100 pazienti inizialmente coinvolti, tutti con artrosi di ginocchio non eleggibile all’intervento, si sono resi disponibili al nuovo follow-up il 78% di quelli seguiti con il programma METOD e il 72% degli altri. Tutti sono stati rivalutati da uno stesso professionista, opportunamente formato ma cieco rispetto al gruppo di appartenenza del singolo paziente.

Gli indici presi in considerazione, e già misurati precedentemente in più momenti di follow-up per ogni paziente, sono: Knee Injury and Osteoarthritis Outcome Score 4 (KOOS 4), con tutte le sue subscale, e alcune misure auto riportate dal paziente, ovvero salute generale, uso di medicinali antidolorifici e livelli di attività fisica. Il primo risultato è chiaro: METOD offre miglioramenti in una maggiore percentuale di soggetti.

Più nel dettaglio, hanno dichiarato miglioramenti clinici importanti il 76% dei pazienti del primo gruppo, contro il 66% degli altri. Tuttavia, dal punto di vista statistico gli autori non rilevano vere differenze tra i due gruppi per quanto riguarda i livelli di attività fisica svolta, la qualità di vita e l’uso di anti dolorifici.

Questo esito non deve essere visto negativamente. Si ricorda che questo studio è l’ultimo di una serie che hanno seguito i pazienti coinvolti nel tempo: nei follow-up a 12 e 24 mesi le differenze tra i due gruppi erano molto maggiori… a sottolineare che il percorso MEDIC favorisce miglioramenti rapidi all’inizio, con una curva che tende poi ad appiattirsi e a coincidere con quella dei pazienti seguiti in modo tradizionale.

Di contro, il numero di pazienti che, nel corso del tempo, ha visto peggioramenti tali da riciedere un intervento di artroplastica, è simile in entrambi i gruppi, il che supporta la sicurezza dei due approcci. Resta da capire se valga la pena investire tanta energia nell’offerta di un programma più completo se, a distanza di tempo, i suoi vantaggi si esauriscono.

(Lo studio: Larsen JB, Roos EM, Laursen M, et alFive-year follow-up of patients with knee osteoarthritis not eligible for total knee replacement: results from a randomised trialBMJ Open 2022;12:e060169. doi: 10.1136/bmjopen-2021-060169)

Stefania Somaré