Durante il Congresso della European alliance of Association for Reumathology 2022, è stato presentato lo studio “Antihistamine use and structural progression of knee OA: A Post-Hoc analysis of two phase III clinical trials”, in cui si evidenzia il ruolo degli antistaminici nel rallentare la progressione dell’artrosi.
La ricerca si basa sull’analisi di due studi di fase 3 nei quali i pazienti hanno assunto calcitonina di salmone orale per un periodo di due anni. Si tratta di studi che volevano ovviamente valutare l’azione della calcitonina, con un primo obiettivo comune, ovvero valutare la progressione strutturale dell’artrosi, intesa come “variazione della larghezza minima dello spazio articolare” misurata mediante l’uso dell’imaging a raggi x dal momento zero, ovvero l’avvio dello studio, fino alla sua fine.
Dal momento che gli autori hanno riportato, per ognuno dei 2.206 pazienti coinvolti inizialmente negli atudi, anche l’uso di antistaminici, questi si prestano per valutare gli effetti di questa classe di farmaci sull’artrosi.
L’ipotesi era che, agendo sull’inibizione della degranulazione dei mastociti, questi siano in grado anche di ridurre il processo infiammatorio a carico del ginocchio. Bihlet e colleghi hanno inizialmente osservato lo stato della progressione dell’artrosi tra i pazienti che assumevano anche antistaminici, ovvero 158, e gli altri: questa prima analisi ha verificato che chi assume antistaminici ha visto progredire meno l’artrosi degli altri partecipanti agli studi.
Gli autori, però, non si sono accontentati e hanno suddiviso gli utilizzatori di antistaminici in tre gruppi, a seconda della durata del trattamento: da 1 a 49 giorni (74 pazienti); da 50 a 299 giorni (21 pazienti); sopra i 300 giorni (63 pazienti). Anche un uso minimo di antistaminici sembra avere effetto sull’artrosi, riducendone la progressione strutturale, anche se Bhilat sottolinea come sembri esserci una correlazione positiva tra rallentamento dell’artrosi e la durata dell’uso degli antistaminici.
Se questa correlazione venisse confermata, si potrebbe avere una nuova arma nel trattamento della gonartrosi che, come sappiamo, non è al momento curabile… certo, rallentarne la progressione permetterebbe di allungare il tempo verso la protesizzazione di ginocchio, che resta la sola soluzione quando il ginocchio è molto deteriorato. Al giorno d’oggi, inoltre, non sono rari i casi di artrosi di ginocchio anche in pazienti giovani, soprattutto se atleti che sforzano molto questa articolazione. La tendenza è di trattare questi pazienti con farmaci, riabilitazione e terapie fisiche proprio per ridurre dolore e limitazione funzionale e spostare il più in là nel tempo l’intervento.
(Lo studio: Bihlet AR, et al. Antihistamine use and structural progression of knee OA: A Post-Hoc analysis of two phase III clinical trials. Presented at: EULAR 2022 Congress; June 1-4, 2022)
Stefania Somaré