Artroplastica, l’etnia può influenzarne l’esito?

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Il numero di impianti protesici annui è in costante crescita in tutti i Paesi industrializzati, e non solo: conseguenza dell’allungamento della vita media che incide sull’usura articolare. Artroplastica di anca e ginocchio sono gli interventi più richiesti, ma anche il trend delle sostituzioni di spalla è in crescita. Meno frequenti sono le artroplastiche di caviglia. Un recente studio statunitense mette in luce un possibile legame tra etnia del paziente ed esito di questi interventi.
Che l’apparato muscolo-scheletrico presenti peculiarità “etniche” è noto e ben documentato in letteratura. Per fare solo alcuni esempi, i neri hanno una densità ossea maggiore rispetto a quella delle altre etnie, il che li svantaggia per esempio nel nuoto e al contempo li rende meno a rischio di sviluppare osteoporosi, malattia che infatti è più diffusa tra le donne caucasiche e asiatiche.
Anche la composizione della muscolatura scheletrica presenta caratteristiche etniche: i caucasici presentano maggiori fibre “rosse”, utili nelle attività di resistenza, mentre i neri più fibre bianche, necessarie per sostenere la velocità. È quindi lecito chiedersi se esistano anche diversità a livello articolare, e non solo, che possano incidere sugli outcome di una artroplastica.

Nella loro revisione gli autori si concentrano sui due interventi maggiori, la sostituzione di anca e ginocchio, ricercando in PubMed, Scopus, CINAHL e SPORTDiscus articoli specifici focalizzati sul confronto etnico in merito a frequenza di uso dell’intervento, tasso di complicanze, mortalità, lunghezza del ricovero, riammissioni dopo le dimissioni e tasso di reintervento.
In tutto sono 63 gli studi inclusi nel lavoro, molti dei quali mettono in evidenza diversità interessanti, soprattutto per quanto riguarda il post-operatorio e le complicanze.
Per esempio, sembra che l’etnia nera sia a maggior rischio di complicanze a 30 giorni dall’intervento rispetto a quella bianca; non solo, sarebbero maggiori anche il tasso di mortalità a 30 giorni, la lunghezza del ricovero, le dimissioni verso una struttura specializzata e la frequenza di riammissione a 30 giorni.

Dati che suggeriscono l’importanza di porre maggiore attenzione all’impianto protesico quando si ha a che fare con un paziente nero. Anche l’appartenenza all’etnia ispanica sembra aumentare i rischi di un’artroplastica, associandosi a un maggior tasso di complicazione e di dimissioni verso strutture specializzate. Per quanto riguarda gli asiatici, questi sembrano richiedere periodi di ricovero più lunghi.
Pochi i dati emersi per quanto riguarda i nativi americani e dell’Alaska e gli abitanti delle isole del Pacifico, come Thaiti e l’arcipelago delle Hawai. Dati questi risultati, gli autori sottolineano l’importanza di continuare a sottoporre a studi e analisi queste differenze, per caratterizzarle al meglio e dare modo agli specialisti di strutturare percorsi di cura personalizzati che tengano conto anche degli aspetti etnici della risposta all’intervento di protesizzazione.
Un’esigenza di grande attualità nei Paesi che sono già multietnici, come Stati Uniti e Gran Bretagna, e che acquisisce sempre più importanza anche in Nazioni che stanno lentamente divenendo multietniche, come la nostra, per esempio.

I vantaggi di individuare queste differenze e utilizzarle per ottimizzare gli interventi hanno ricadute tanto sui pazienti, che potranno sperimentare periodi post-operatori migliori e più sicuri, quanto sui chirurghi ortopedici che sulle strutture sanitarie nel loro insieme: ridurre i tassi di complicazione, riammissione e reintervento e i giorni di ricovero porta infatti a un risparmio di risorse economiche e umane non indifferente. Un risparmio sempre più importante in sistemi sanitari che devono necessariamente puntare sulla sostenibilità anche economica.

(Lo studio: Rudisill SS, Varady NH, Birir A, Goodman SM, Parks ML, Amen TB. Racial and Ethnic Disparities in Total Joint Arthroplasty Care: A Contemporary Systematic Review and Meta-Analysis. J Arthroplasty. 2022 Aug 16:S0883-5403(22)00746-X. doi: 10.1016/j.arth.2022.08.006. Epub ahead of print. PMID: 35985539)

Stefania Somaré